Elezioni regionali 2024. Le proposte “poco sentite” dei Progressisti.

Nella corsa (non ancora partita ufficialmente) per le prossime elezioni regionali, nel fervore del momento, capita (senza sorprese) di testimoniare proposte di programma per lo sviluppo della Sardegna “poco sentite”. E’ il caso, senza ombra di dubbio, dei cosiddetti 7 punti fermi del programma del Partito Progressista, mittente oggi di un appello al confronto tra tutte le componenti politiche e sociali della coalizione.

Tra i punti dove si denota la maggiore incoerenza dei “non più giovani” progressisti, quello sulle politiche giovanili e i giovani. Segmento della popolazione sarda da sempre snobbata dalla forza progressista, come ampiamente rimarcato nel corso del doppio mandato alla guida della Città di Cagliari dell’ex sindaco Massimo Zedda. Giovani scarsamente oggetto di attenzione anche nel corso dell’attività legislativa condotta all’opposizione in questa ultima e “sfigatissima” XVI Legislatura. Scarsi, per non dire incidenti, sono stati gli interventi levatisi dagli scranni in Consiglio regionale a sostegno della “migliore gioventù sarda”. Anche meno, ancora, quelli registrati nell’Aula del Comune di Cagliari.

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Nonostante ciò, i progressisti sardi, sperando forse nella collettiva assenza di memoria circa il proprio operato politico e amministrativo, adesso auspicano “il raggiungimento di una maggiore serenità per i giovani realizzando – si legge nella nota odierna – opportunità e occasioni di crescita, di formazione e di occupazione per le giovani generazioni, ponendo un argine alla fuga di competenze e professionalità in altre realtà d’Europa e del mondo, costruendo un’Isola dove superare il mare per motivi di studio, di lavoro e di salute sia una libera scelta, non una scelta obbligata e l’unico modo per trovare soddisfazione alle esigenze di vita e alle giuste aspirazioni di lavoro”

Si può essere sicuri circa la volontà politica dei Progressisti? Quando mai, per esempio, sono state sostenute sinergie con il territorio con le organizzazioni giovanili qualificate? Quali interventi innovativi sono stati portati avanti per i giovani residenti nei comuni dove il Partito Progressista ha espresso la maggioranza? Oltre alla reiterazione di schemi fallimentari – come il caso dei servizi per i giovani del Comune di Cagliari – cosa è stato fatto per i giovani e le politiche giovanili dalle parti di piazza Galilei? Come commentare, ancora, la totale noncuranza verso la presentazione di una interrogazione (già scritta) per chiedere lumi circa lo storico nella gestione del Servizio del Centro Giovani del Comune di Cagliari?

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Alla luce di questi fatti incontrovertibili, saranno ancora così importanti i giovani sardi per il Partito Progressista?

Nota odierna, quindi, non proprio felice visto lo storico dell’azione dei Progressisti per i giovani e le politiche giovanili in Sardegna. Sigla partitica, oggi, che ha lanciato un appello a tutti i rappresentanti della coalizione democratica affinché si possa proporre una valida alternativa “alle disastrose politiche del centrodestra”.

Fermo restando l’incapacità dell’attuale maggioranza – anch’essa ormai lanciata verso la misinformazione circa i risultati (non)ottenuti in questi lunghi 4 anni – se queste sono le premesse l’impressione è che la vittoria contro la futura coalizione di centrodestra non sarà così scontata nel 2024.

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