Efisio, il racconto dello scioglimento del voto. Attrus annus mellus.
Cagliari, 3 maggio 2020. La giornata del pellegrinaggio di Efisio a Nora, luogo del suo martirio, inizia di buon’ora. Imponenti le misure di sicurezza disposte per evitare pericolosi assembramenti. Sul sagrato della chiesetta a lui intitolata attende il pick up della Croce Rossa che ne trasporterà il simulacro in luogo del tradizionale cocchio. La scelta del mezzo intende essere un tributo al popolo di medici, volontari e soccorritori in prima linea da due mesi nella lotta alla pandemia. All’interno della chiesa pochissime persone in rappresentanza delle autorità civili, religiose e dell’Arciconfraternita. Al termine delle funzioni religiose il simulacro, protetto da una teca, viene posto sul retro scoperto del mezzo della Croce Rossa.
Ha inizio il pellegrinaggio. Il mezzo percorre a passo d’uomo a le stradine di Stampace, sotto una pioggia di petali proveniente da finestre e balconi addobbati a festa. All’altezza dell’incrocio con la via Azuni attende una pattuglia di motociclisti della Polizia Municipale per dar vita a un corteo nel quale i lampeggianti prenderanno il posto dei costumi tradizionali . Malgrado l’assenza di traffico , la processione si muove lentamente. Raggiunge piazza Yenne e di li discende il Largo Carlo Felice accolta dal suono delle sirene delle navi in porto. Ai lati della strada si raduna una sparuta e prudente folla di fedeli che, protetti dalle mascherine, tributano il loro omaggio al Martire Glorioso.
Il corteo giunge in via Roma e dopo poche decine di metri prende la direziona dell’uscita dalla città transitando di fronte alla stazione. Per un breve e interminabile tratteniamo il respiro. Di fronte ai nostri occhi paiono rivivere le drammatiche immagini immortalate da Marino Cao nel 1943. Oggi come allora sulle celebrazioni incombe la minaccia del nemico. Ieri proveniva dal cielo, oggi si annida nel sangue e nei polmoni delle sue vittime. Oggi come allora, tuttavia, il voto verrà sciolto perché vi sono legami che non possono essere recisi.
Il programma concordato con la prefettura prevede che il simulacro venga portato direttamente a Nora, escludendo le tradizionali soste a Giorgino, Villa Ballero e Villa d’Orri. Giunti nell’antica chiesa medievale edificata in prossimità del luogo del martirio, con la messa officiata dall’Arcivescovo Baturi avviene lo scioglimento del voto. Sant’Efisio può tornare a Cagliari.
Lungo i 30 km che separano Nora dal capoluogo, attendono a bordo strada fedeli e devoti che, ricoprendo di petali il cammino del Santo, danno vita a un’interminabile ramadura. All’imboccatura del ponte della Scafa, come da tradizione, il saluto degli abitanti del Villaggio Pescatori di Giorgino, alcuni dei quali in costume tradizionale, segna il ritorno di Efisio in città. Il corteo percorre quindi a ritroso il suo cammino accompagnato dal suono delle campane a festa. Nella chiesa di Sant’Efisio, il Presidente dell’Arciconfraternita Giancarlo Sanna legge dall’altare la formula con la quale si da conto al Capitolo Metropolitano e all’Alter Nos dello scioglimento, per la 364° volta, del voto a Sant’Efisio. Le lettura termina con il saluto beneaugurante “Attrus annus mellus” a cui segue, in un’atmosfera di commozione generale, il canto de “Is Goccius”.
Si conclude così un’edizione di Sant’Efisio destinata a entrare nella storia per ragioni che nessuno di noi si sarebbe mai augurato. Le disposizioni anti contagio hanno impedito alla festa di essere tale, spogliandola della sua natura più autentica: celebrazione collettiva e popolare . Ciò nonostante, le drammatiche circostanze in cui si è svolta mostrano il volto di una comunità in grado di riaffermare se stessa e la propria identità anche nella distanza e nella non partecipazione. Attrus annus mellus a tottusu.
Marina Federica Patteri
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