EE24: cresce interesse tra i giovani per le prossime elezioni del PE.
A un anno dalle elezioni europee, i cittadini riconoscono l’impatto dell’UE. Lo conferma l’ultima ricerca di Eurobarometro sul gradimento della popolazione verso le istituzioni europee.
A un anno dalle prossime elezioni europee, infatti, l’interesse pubblico è aumentato sensibilmente, arrivando a coinvolgere il 56% dei cittadini a livello UE: una maggioranza netta, in aumento di sei punti percentuali rispetto al 2018 (l’anno prima delle ultime elezioni europee). Per l’Italia si tratta di un aumento ancora più ampio, con il 58% degli intervistati che si dice interessato alle elezioni, rispetto al 47% del 2018.
Le previsioni indicano che i giovani saranno tra i maggiori segmenti che si recheranno alle urne per il voto. Una rilevazione in totale controtendenza rispetto a quanto riscontrato negli ultimi appuntamenti elettorali, per esempio, in Italia.
I due terzi circa degli intervistati (67%) sarebbero pronti a recarsi alle urne se si votasse la settimana prossima, il 64% il dato per l’Italia.
Alla domanda su quale sia il valore più importante che il Parlamento europeo dovrebbe difendere, i cittadini si sono espressi con chiarezza: la difesa della democrazia (priorità per il 37% degli intervistati, il 34% degli italiani), seguita dalla tutela dei diritti umani nell’UE e nel mondo (28%) e dalla libertà di parola e di pensiero (27%). Per gli italiani, dopo la democrazia, viene la libertà di parola e pensiero, al 28%, e quindi, al 26%, la solidarietà tra gli Stati membri e le regioni.
Per il 54% degli intervistati (il 58% degli italiani), la democrazia nell’UE funziona in modo soddisfacente.
A quattro anni dall’inizio dell’attuale legislatura, i cittadini riconoscono il ruolo guida dell’UE nell’affrontare le diverse crisi che, una dopo l’altra, hanno segnato questo periodo. La grande maggioranza dei cittadini europei è consapevole dell’impatto dell’Unione sulla propria vita quotidiana: la pensano così circa sette cittadini su dieci (71%), tra cui quasi un quinto (18%) per cui le azioni dell’UE hanno “molto” impatto. Anche il ruolo del Parlamento è riconosciuto: il 62% degli intervistati ricorda di averne sentito parlare di recente.
Con un gradimento del 69%, il sostegno dell’UE all’Ucraina è di gran lunga il risultato più apprezzato. Il grado di soddisfazione è più alto nei Paesi Bassi (90%), seguiti da Svezia, Finlandia e Irlanda (tutte all’87%), per l’Italia il dato si ferma al 61%. I livelli minimi si registrano invece in Slovacchia (45%) e Grecia (48%). Il gradimento per l’azione dell’UE è abbastanza alto anche nei settori della tutela dei diritti democratici e del rispetto dello Stato di diritto (64% anche per gli italiani), come anche in quello della politica estera (54%, un punto in più in Italia).
Le crisi degli ultimi anni appaiono evidenti quando si esaminano lo stato dell’economia e la situazione finanziaria dei cittadini. La metà degli intervistati (50%, il 41% per gli italiani) ritiene che il proprio tenore di vita sia diminuito e si aspetta che questa tendenza proseguirà anche l’anno prossimo. Un altro 29% dice che il suo tenore di vita non è ancora diminuito (il 30% in Italia), ma prevede che ciò accadrà nel corso del prossimo anno. Parallelamente aumentano le aspettative per quel che riguarda l’individuazione di soluzioni concrete: quasi due terzi degli intervistati (65%) non sono soddisfatti delle misure adottate dal proprio Paese per far fronte alla crisi del costo della vita, percentuale che scende al 59%, insoddisfazione che si attesta al 57% in Europa ed al 51% in Italia per quanto riguarda le misure messe in campo dall’UE.
In linea con i dati sopra presentati, i cittadini vogliono che il Parlamento dia la priorità alla lotta contro la povertà e l’esclusione sociale (38%), seguita dalla salute pubblica (33%), dall’azione contro i cambiamenti climatici (31%) e dal sostegno all’economia e alla creazione di nuovi posti di lavoro (31%). Per gli italiani le priorità sono, invece, il sostegno all’economia e la creazione di posti di lavoro (43%), quindi la salute pubblica (38%) e la lotta alla povertà e l’esclusione sociale (33%). La lotta al cambiamento climatico si situa in quarta posizione con il 28%.
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