E’ tempo di proclami, Governo: “170mila giovani potranno partecipare al Servizio Civile Universale”.
“Sono 170.000 i ragazzi e le ragazze che, grazie agli investimenti del PNRR, potranno partecipare al Servizio civile universale: oltre tre volte l’attuale numero di volontari coinvolti”. E’ quanto riportato nel primo numero di Italia Domani #inFatti, la newsletter della Presidenza del Consiglio destinata a ‘raccontare in modo chiaro e sintetico l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza’ nonché rendere il Pnrr ‘un viaggio affascinante’.
Per il momento, volendo rimanere nell’ambito della gestione delle politiche giovanili da parte del Governo Draghi, bisognerà consolarsi con i deludenti numeri del secondo avviso del Servizio Civile Digitale: 1727 domande presentate a fronte dei 2400 posti disponibili, nonostante la proroga della scadenza di ben 3 settimane da parte del Dipartimento delle Politiche Giovanili. Che dire poi delle batoste subite dal Governo Draghi a colpi di sentenze del Tar proprio sul tema del Servizio Civile Universale?
Ma, proseguendo nel cammino della narrazione autoreferenziale dell’Esecutivo Draghi, una delle priorità trasversali del Pnrr sarà proprio l’inclusione sociale dei giovani “anche tramite politiche del lavoro attive che ne accrescano competenze e conoscenze”. Un assunto difficile da realizzare alla luce della raffazzonata missione per i giovani contenuta nel Pnrr redatto dal “Governo delle competenze” e, cosa peggiore, dalla reiterazione dei consueti schemi fallimentari per i/le giovani italiani/e, a partire dal famigerato programma ‘Garanzia Giovani’, e da iniziative spot e mal calibrate sulle peculiarità del segmento della popolazione giovanile, come dimostrato dalla pianificazione dell’ultima iniziativa ‘cittadina’ del Neet Working Tour della ministra Fabiana Dadone, a dir poco escludente verso i giovani delle comunità rurali, maggiormente a rischio di ingrossare le percentuali dei Neet in Italia.
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