Draghi rassegna le dimissioni. Mattarella le respinge.
Al termine dell’ultima riunione del Consiglio dei ministri, il Presidente Mario Draghi ha comunicato la decisione di rassegnare le dimissioni proprie e del Governo nelle mani del Presidente della Repubblica.
“Dal mio discorso di insediamento in Parlamento – ha dichiarato Mario Draghi – ho sempre detto che questo Esecutivo sarebbe andato avanti soltanto se ci fosse stata la chiara prospettiva di poter realizzare il programma di governo su cui le forze politiche avevano votato la fiducia. Questa compattezza è stata fondamentale per affrontare le sfide di questi mesi. Queste condizioni oggi non ci sono più”.
Dimissioni, però, non accolte dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che, nel corso del colloquio di 90 minuti al Quirinale, ha invitato il Presidente del Consiglio a presentarsi al Parlamento per rendere comunicazioni, affinché si effettui, nella sede propria, una valutazione della situazione che si è determinata dopo che il M5s non ha votato la fiducia sul Decreto Aiuti nell’ultima seduta svoltasi oggi al Senato della Repubblica.
Dopo le comunicazioni in Parlamento, Mario Draghi dovrebbe annunciare – con estrema probabilità, vista anche la richiesta di uno scostamento di bilancio di 50 miliardi di euro da parte della Lega -di voler salire nuovamente al Quirinale per dimettersi, bloccando, di fatto, il voto parlamentare sul suo intervento. Toccherà poi a Mattarella decidere, se chiudere quest’ultima improbabile legislatura.
Guardando all’unico aspetto positivo, sempre che se ne possa trovare uno in una crisi di Governo, spicca l’ennesimo atto tafazziano del M5S. Forza politica, decisamente, sul viale del tramonto.