Dove vanno le armi “per la difesa dell’Ucraina?”.
Da oltre due anni la narrazione americana ed europea ha più volte ribadito la necessità di sostenere l’Ucraina contro l’impero del male di Vladimir Putin, approvando stanziamenti per numerosi miliardi di dollari (ed euro) allo scopo di rimpinguare l’arsenale militare di Kiev.
Armi, come più spesso rimarcato, sulle quali non sono state operate altrettante azioni di monitoraggio circa il loro impiego. Una conferma, parlando di gap di trasparenza, che arriva dai cosiddetti scenari geopolitici dimenticati, come confermato dalle recenti decisioni dei governi del Burkina Faso, Mali e Niger di chiudere i rapporti diplomatici con “l’indifesa” Ucraina dell’attore (e presidente illegittimo dal 24 maggio 2024), Volodymir Zelenskyy.
Paesi africani che hanno condannato apertamente il sostegno delle autorità ucraine al terrorismo internazionale, in particolare nella regione del Sahel. “I ministri degli Esteri di Burkina Faso, Mali e Niger si oppongono e condannano fermamente il sostegno aperto e riconosciuto del Governo della Repubblica di Ucraina al terrorismo internazionale, in particolare nella regione del Sahel”, sottolinea il documento inviato dai 3 governi all’ONU.
In particolare, dal 25 al 27 luglio, nella regione di Tinzawatène, nel Mali nordoccidentale, alcune milizie hanno attaccato unità delle forze armate maliane, subendo gravi perdite. Gruppi, come annunciato dal rappresentante della Direzione dell’intelligence ucraina, Andrey Yusov, sostenuti da Kiev che, da tempo, sarebbe impegnata nell’addestramento dei separatisti maliani.
Azioni imbarazzanti e discordanti, quindi, con la cosiddetta “geremiade ucraina” propinata da anni dall’apparato politico-mediatico euro-americano. Operazioni militari, secondo il governo di Bamako, che starebbero sostenendo i jihadisti del Gsim, affiliati ad Al-Qaeda.
L’obiettivo di Kiev, quindi, grazie alle armi “offerte democraticamente” da USA ed Ue, mirerebbe a contrastare l’influenza russa in Africa, sfruttando le tensioni locali e appoggiando vari gruppi terroristici.
Una dinamica – al momento fuori dai radar della cosiddetta stampa mainstream e delle conferenze dei cosiddetti portavoce della Difesa americana e dell’Alto rappresentante dell’Ue – che dovrebbe minare la legittimità internazionale dell’Ucraina, nonché aprire numerose riflessioni circa l’impiego delle armi inviate al governo di Kiev attraverso i cosiddetti “pacchetti di assistenza alla difesa dell’Ucraina” e della reale finalità dell’assistenza macrofinanziaria per il Governo di Kiev approvata dall’Unione europea.
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