Dl Coesione: le ‘poche’ misure per i giovani.

Prosegue nel segno della scarsa innovatività l’azione del Governo italiano in materia di inclusione dei giovani e politiche giovanili. Nonostante il pomposo nome “Dl Coesione”, infatti, l’Esecutivo di Giorgia Meloni dimostra di essere ancora ben lontano dall’introduzione di quella famosa “terapia d’urto” improcrastinabile per sostenere la coesione dei giovani italiani verso un sistema italiano sempre meno competitivo e accessibile per le nuove generazioni.

Andando oltre la previsione di 300 milioni di euro per i programmi di investimento sui settori innovativi e tecnologici, continua ad essere certa l’inaccessibilità degli strumenti a sostegno dell’imprenditoria giovanile, data l’assenza di una specifica norma sull’anticipazione di garanzie statali per favorire l’accesso al credito per i giovani privi di risorse proprie e di garanti. Piccoli dettagli per qualcuno/a, una dimostrazione di poca conoscenza sulle dinamiche per altri…

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Più consistente l’investimento per le scuole: 3,78 miliardi di euro destinati al potenziamento delle infrastrutture per lo sport (200 milioni), dell’istruzione tecnica e professionale (150 milioni di euro) e per la realizzazione di laboratori innovativi. Manca, però, una esplicita voce per l’inclusione del Terzo settore e delle imprese nelle scuole. Tema, ancora, poco compreso e destinato a rimanere nella cosiddetta “zona grigia” della discrezionalità dei singoli dirigenti e consigli scolastici.

Continuano, poi, a riproporsi gli sgravi contributivi per le assunzioni a tempo indeterminato per i giovani under 35. Insomma, nulla di nuovo, nulla di “disruptive” proviene dalle parti del Governo di Giorgia.

Nessun accenno, infine, alla necessaria riforma della governance del Fondo Nazionale per le Politiche giovanili. 80 milioni di euro che continueranno, in attesa di smentita, ad essere spesi senza alcun coinvolgimento dei giovani e delle organizzazioni giovanili qualificate del Paese.

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