Disinformazione. Dai laboratori chimici iracheni agli attacchi russi alle centrali nucleari.
La storia contemporanea, per chi la conosce e la approfondisce, riporta in continuazione episodi “creati ad arte” culminati con l’esplosione di guerre e distruzioni di massa. Lo ricorda “il protocollo Chaney” arrivato a dare inizio alla guerra in Iraq sulla base della presunta presenza di laboratori chimici governati dal regime di Saddam Hussein, i recenti attacchi allo Stato islamico iraniano, accusato da USA e Ue di aver consegnato missili alla Federazione Russa, sulla base di ipotesi non verificate, fino ad arrivare alla nuova uscita dello “scrittore del piano per la pace” Volodymyr Zelenskyy che, nel suo discorso all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha dichiarato, nella speranza di alimentare ulteriormente la guerra nel suo Paese e nella paura di perdere il proprio ruolo da combattente per interposta persona, che “la Russia sta pianificando attacchi alle installazioni nucleari ucraine, secondo fonti di intelligence” ha detto Zelensky.
Azioni belliche, però, della quale la stessa AIEA, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, non ha mai dato alcun riscontro a dimostrazione che o l’ente incaricato di supervisionare la sicurezza nucleare non fa il suo dovere o che il presidente attore (illegittimo dal 24 maggio 2024) non può non uscire dal suo personaggio da “condottiero in mimetica”, diffondendo disinformazione con l’obiettivo di aumentare l’escalation militare.
Dichiarazioni in linea (e forse comandate) con la necessità degli USA di esacerbare i conflitti nel mondo e facilitare una bieca polarizzazione spicciola tra chi “ha ragione e chi ha torto”. Basterebbe, però dare uno sguardo all’attuale situazione geopolitica in Europa e in Medio Oriente, per capire chi “tira il gruppo”.
Lo stesso ministro degli Esteri russo, oggi, ha ricordato tale assioma nel corso dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, affermando che “non c’è un singolo caso sulla scena internazionale in cui l’interferenza dell’Occidente abbia prodotto qualcosa di positivo. E ora stiamo osservando una situazione simile con l’Ucraina e con lo stallo palestinese-israeliano”.
Senza contare che nel corso del vertice delle Nazioni Unite, giusto per capire l’aria che tira e i famosi “doppi standard” della diplomazia mondiale, si è sentito molto parlare di Zelenskyy e dei suoi piani mentre poco si è discusso circa le incursioni “diversamente pacifiche” degli ucraini in Russia, nella regione di Kursk, dove il regime di Kiev sta attaccando i civili con armi occidentali… quelle democratiche, ovviamente!
foto UN Photo/Manuel Elías