Disabilità, Giantantonio Da Re: “Condannare sterilizzazione delle persone disabili”.
“La sterilizzazione forzata delle persone con disabilità è una pratica che dovrebbe essere vietata e punita gravemente da tutti gli Stati dell’Unione europea, così come stabilito in diversi trattati internazionali, tra i quali, la Convenzione di Istanbul e la Convenzione delle Nazioni Unite (ONU) sui diritti delle persone con disabilità”. Così l’esponente del gruppo Identità e Democrazia, Gianantonio Da Re, è intervenuto per chiedere l’intervento della Commissione europea dal momento che nella “democratica” Ue, in 14 Stati membri la sterilizzazione delle persone con disabilità è ammessa, come confermato da un recente studio dello “European Disability Forum” dello scorso settembre 2022.
Una prassi decisamente sconnessa dalla Convenzione sui diritti delle persone con disabilità — di cui tutti gli Stati membri e l’UE sono parti contraenti — che impone di garantire alle persone con disabilità, su base di uguaglianza con gli altri, il diritto di non essere sottoposte a tortura, a pene o a trattamenti crudeli, inumani o degradanti, a sfruttamento, violenza e maltrattamenti. Ma, come ampiamente risaputo, ognuno in Europa (sotto lo scudo della competenza nazionale) fa da sempre ciò che vuole.
Per l’Esecutivo von der Leyen, in risposta all’interrogazione parlamentare di Da Re, la commissaria Helena Dalli ha ribadito che la sterilizzazione forzata costituisce una grave violazione dei diritti fondamentali, “quali il diritto alla dignità umana, il diritto all’integrità della persona, la proibizione della tortura o di trattamenti inumani o degradanti e il diritto alla vita privata e familiare, sanciti dall’articolo 2 del trattato sull’Unione europea e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea”.
“La Corte europea dei diritti dell’uomo – ha aggiunto la Dalli – si è pronunciata su casi di sterilizzazione forzata e ha riscontrato violazioni dell’articolo 3 (proibizione della tortura o di trattamenti inumani o degradanti) e dell’articolo 8 (diritto al rispetto della vita privata e familiare) della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. La Corte ha stabilito che gli Stati parte hanno l’obbligo positivo di garantire salvaguardie giuridiche per proteggere le donne dalla sterilizzazione non consensuale”.
Nonostante la pronuncia della Corte, però, non si è sollevata alcuna minaccia verso i 14 Stati europei per il congelamento dei fondi secondo quanto stabilito dallo strumento della condizionalità dello Stato di Diritto. Una misura, come rilevato negli ultimi anni, agitata strumentalmente dalla stessa Unione contro Paesi “disallienati” in tema di geopolitica, come l’Ungheria di Orban.
Acqua fresca, quindi, la successiva dichiarazione della Dalli verso i 14 Paesi che ancora nel 2023 accettano nei propri “democratici ordinamenti nazionali”, la sterilizzazione delle persone con disabilità: “La Commissione incoraggia tutti gli Stati membri a ratificare la convenzione di Istanbul che prevede la configurazione come reato della sterilizzazione forzata – campa cavallo direbbe qualcuno/a -. Come annunciato nella strategia dell’UE per la parità di genere, nel 2023 la Commissione presenterà una raccomandazione sulla lotta contro le pratiche lesive a danno delle donne e delle ragazze, compresa la sterilizzazione forzata. Entro il 2024 la Commissione prevede inoltre di fornire orientamenti agli Stati membri sul miglioramento del sostegno alle persone con disabilità vittime di violenza, compresa la sterilizzazione forzata, come previsto dalla strategia dell’UE per i diritti delle persone con disabilità”.
Dalla Commissione servirebbe, senza ombra di dubbio, maggiore coraggio contro gli Stati membri.
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