Disabilità e accertamento unico, SNALV: “Ritardi in Sardegna di oltre 200 giorni”.

A partire dal 1° gennaio 2026 sarà affidato unicamente all’INPS l’accertamento della condizione di disabilità e invalidità civile. Decisione contenuta nei due decreti attuativi della legge quadro sulla disalibità, approvati la scorsa settimana dal Consiglio dei ministri. Una buona notizia come ricordato oggi dal Snalv Confsal.

“Un anno fa il sindacato autonomo, insieme ad altre due sigle Fna Confsal (Federazione nazionale agricoltura) e Uniciv (Unione invalidi civili), aveva chiesto per iscritto all’esecutivo che il procedimento di accertamento fosse gestito, interamente e su tutto il territorio nazionale, dall’Istituto Nazionale di previdenza sociale, denunciando i gravi ritardi delle Regioni e Province dove la pratica era in mano alle Aziende Sanitarie Locali, “con evidente lesione dei diritti di assistenza garantiti dalla Costituzione ai cittadini più fragili”. 

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“In una nota indirizzata, il 24 novembre 2022, ai ministri della Salute, Orazio Schillaci, del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone, degli Affari regionali e  Autonomie, Roberto Calderoli e al presidente della Conferenza delle Regioni e Province autonome, Massimiliano Fedriga, avevamo evidenziato gravi situazioni di ritardo, in alcune Regioni d’Italia, come la Sardegna e la Liguria, dove la tempistica media per il riconoscimento della disabilità è superiore ai 200 giorni, segnalando evidenti criticità anche altrove, in Campania, Sicilia e Friuli-Venezia Giulia, per esempio. Al tempo stesso, avevamo notato e sottolineato una riduzione dei tempi di oltre il 50%, rispetto all’andamento nazionale, nelle province che avevano demandato il procedimento all’INPS” dichiara il Coordinatore nazionale del comparto “Lavoratori fragili” dello SNALV Confsal, Pasquale Pellegrino. “Ora, finalmente, questa riforma consente di appianare una grave lesione dei diritti costituzionalmente garantiti che si è perpetrata negli anni e di assicurare un iter celere, efficiente e omogeneo, in tutto il Paese, per stabilire la condizione di disabilità”. 

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I due decreti attuativi, approvati dal Consiglio dei Ministri venerdì 3 novembre, prevedono una definizione più ampia del concetto di disabilità, intesa come insieme di compromissioni e barriere comportamentali e ambientali che impediscono, o limitano, la partecipazione della persona nei diversi contesti di vita,  l’adozione dal 1° gennaio 2025 della classificazione internazionale delle malattie (lCD) dell’Organizzazione mondiale della sanità e l’affidamento del procedimento, unitario (e unificato), di valutazione di base della disabilità all’INPS, dal 1° gennaio 2026, con sperimentazioni in alcune Regioni a partire dal 1° gennaio 2025. Per l’attuazione della nuova normativa, che si allinea all’ Agenda Europea 2021/2030 e al Pnrr, è previsto uno stanziamento di 350 milioni di euro a partire dal 2026, a cui si aggiungeranno ogni anno 85 milioni.

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