Disabili e sessualità. Cosa fa l’Ue?
Nonostante i progressi compiuti per i diritti delle persone con disabilità, l’argomento della sessualità delle persone con disabilità rimane spesso trascurato e privo di adeguato riconoscimento nelle politiche e nei programmi a livello europeo.
Come ricordato dall’esponente di Identità e Democrazia, Angelo Ciocca, la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità “sottolinea l’importanza di garantire a queste l’accesso a servizi di salute sessuale e riproduttiva e di eliminare ogni forma di discriminazione in questo contesto. Le persone con disabilità hanno infatti diritto a godere di una vita sessuale soddisfacente e a partecipare pienamente e consapevolmente alla sfera sessuale”.
Se, quindi, la sessualità è un aspetto fondamentale della vita umana e che il suo riconoscimento e la sua accettazione sono essenziali per garantire il pieno rispetto dei diritti umani, indipendentemente dalle capacità fisiche o cognitive, cosa sta facendo la Commissione europea per promuovere il riconoscimento e l’accettazione della sessualità delle persone con disabilità all’interno degli Stati membri dell’Unione?
Come dichiarato dalla commissaria europea, Helena Dalli, il tema ha visto l’adozione della “strategia per i diritti delle persone con disabilità“, in linea con la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (UNCRPD). Un provvedimento, mirato all’eliminazione di ogni forma di violenza e discriminazione nei confronti delle persone con disabilità. Documento, ha dichiarato inoltre l’esponente della Commissione von der Leyen, che “invita gli Stati membri a migliorare l’accesso all’assistenza sanitaria, comprese le cure per la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti”.
“La Commissione – prosegue la Dalli – continua a sostenere lo scambio regolare di buone pratiche, ad esempio in materia di parità di genere e salute, compresa la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti. Il programma “Cittadini, uguaglianza, diritti e valori” (CERV) fornisce inoltre finanziamenti alle organizzazioni della società civile che si occupano di diritti delle donne, compresi la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti”.