Diritto allo studio, Corte dei Conti: “Inaccettabile fenomeno degli ‘idonei non beneficiari’ “.

“Assicurare il diritto allo studio universitario per coloro che sono meritevoli ma in situazione di reddito più sfavorevoli significa non solo creare condizioni di pari opportunità ma legare l’interesse dello Stato all’indispensabile progresso civile culturale, scientifico ed economico della sua società e al suo rinnovamento”.

E’ quanto si legge nell’indagine sul “Finanziamento delle borse di studio: il Fondo integrativo borse di studio” approvata con delibera n. 16/2020/G dalla Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato della Corte dei conti.

In Italia, secondo la Corte dei Conti, manca un disegno organico del sistema di welfare rivolto all’istruzione terziaria, sia per favorire l’accesso agli studi universitari, sia per garantirne l’applicazione in maniera uniforme sull’intero territorio nazionale attraverso la formulazione dei livelli di prestazione essenziali.

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Fra le criticità rilevate, anche la mancata copertura delle richieste, con l’inaccettabile fenomeno degli “idonei non beneficiari” e la lentezza delle procedure amministrative, dall’accoglimento della domanda all’effettiva erogazione dell’aiuto.

Dopo aver messo a confronto le esperienze estere (in Italia, nel 2019, solo il 28 per cento dei 25-34enni possiede un’istruzione terziaria, contro una media OCSE del 45 per cento), la Corte ha osservato che: “La finalità di garantire il diritto allo studio a tutti gli studenti meritevoli anche se privi di mezzi economici è possibile solo incrementando le risorse finanziarie sia statali che regionali” , indicando alcune azioni necessarie, come l’ampliamento delle fasce di reddito degli aventi diritto, misure di agevolazione (della mobilità, dei canoni di locazione di immobili e dell’assistenza sanitaria gratuita per i fuori sede) e l’avvio di un regime sperimentale che riconosca il reddito di formazione a tutti gli studenti in condizioni particolarmente disagiate, oltre a una più equa ripartizione della contribuzione studentesca attuata anche attraverso la previsione di una “no tax area”.

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Lodevole, si legge nella relazione della Corte dei Conti, l’incremento del Fondo per il Diritto allo studio per ulteriori 40 milioni, deciso dal Governo nazionale attraverso il d.l. n. 34/2020, convertito in legge n. 77/2020 in previsione della possibile contrazione delle immatricolazioni universitarie. Uno stanziamento che che andrà incrementare, per lo stesso anno, la somma di 31 mln previsto dalla legge di bilancio 2020 (l. n. 160/2019).

Un segnale che per la magistratura contabile “sembra andare nella giusta direzione”, riconoscendo “quanto sia necessario il ruolo primario dei governi nella costruzione di politiche compensative”, ma, osserva la Corte dei Conti, “occorrerà monitorarne l’andamento”.

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