Diritti umani. La Russia amplia la lista delle ‘organizzazioni indesiderate’.

Prosegue l’azione delle autorità russe verso la riduzione dello spazio per le organizzazioni della società civile e le voci indipendenti nella Federazione Russa. Ieri, il Centro della società civile di Praga e l’Associazione delle scuole di studi politici del Consiglio d’Europa sono state inserite nella lista delle “organizzazioni indesiderate”.

Decisione che ha richiesto l’intervento del portavoce per gli affari esteri dell’UE, Peter Stano: “È deplorevole che una ONG collegata al Consiglio d’Europa sia stata etichettata come ‘organizzazione indesiderata’ da uno Stato membro del Consiglio d’Europa. L’Unione europea è estremamente preoccupata per i continui tentativi delle autorità russe di limitare l’opposizione, la società civile e le voci indipendenti nel Paese. L’UE, ancora una volta, esorta le autorità russe ad abrogare la legislazione sulle organizzazioni indesiderate e ad allineare la legislazione russa al diritto europeo e internazionale sui diritti umani, compresi i pareri della Commissione di Venezia“.

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Legislazione sulle organizzazioni indesiderate approvata in Russia a partire dal 2012 e che, negli ultimi anni, ha colpito centinaia di ONG, dichiarate come “agenti stranieri” e/o “organizzazioni indesiderate”.

Un nuovo episodio – l’inclusione delle due organizzazioni nella lista delle organizzazioni indesiderate – che segna, così, l’ennesimo attrito tra l’UE e la Federazione Russa, ribadito periodicamente attraverso l’applicazione di sanzioni nei confronti di esponenti del Governo e organizzazioni russe. Dal marzo 2014, infatti, l’UE ha gradualmente imposto misure restrittive nei confronti della Russia in risposta all’annessione illegale della Crimea, alla destabilizzazione dell’Ucraina e alla mancanza di tutela per lo Stato di diritto.

Foto di Vlad Vasnetsov da Pixabay 

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