Diritti, l’Unasam interviene sulla vicenda di Bruno.

Dopo l’azione promossa dalla Garante Irene Testa, oggi la presidente nazionale dell’Unasam Gisella Trincas è intervenuta sulla vicenda di Bruno, da 16 anni ospitato nel Centro AIAS di cortoghiana, con una maschera da boxer sul viso e le mani legate.

“Comprendiamo appieno la posizione dei familiari, i loro timori e anche l’accettazione di una pratica inaccettabile – ha dichiarato la Trincas -. Per decenni familiari, lasciati soli a farsi carico della gestione di situazioni complesse e difficili, hanno accettato di tutto, anche l’internamento nei manicomi dei loro cari, oltre a pratiche coercitive che violano la dignità umana e contrastano con i principi dei Diritti Universali della persona umana.

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“Non possiamo accettare un simile disumano trattamento perché significherebbe, oltre al dolore provocato al signor Bruno, tornare indietro e vanificare tutte le lotte fin qui condotte. Significherebbe – prosegue – accettare che chiunque altro venga trattato in ugual misura. Per questa ragione, a prescindere dalla posizione della famiglia del signor Bruno, abbiamo assunto la decisione di presentare esposto, nel dicembre del 2020, alla Procura della Repubblica di Cagliari, affinché venissero accertate eventuali violazioni dei diritti umani del signor Bruno e le relative responsabilità”.

La vita di ognuno di noi, ricordano ancora dall’Unasam, deve essere degna di essere vissuta, senza limitazione della libertà personale, senza coercizione, senza violenza alcuna. E ancora di più la vita delle persone che più hanno bisogno di cure e di assistenza. Quindi anche la vita del signor Bruno.

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