Diritti delle donne: nasce Strajk Kobiet Sardynia.

Anche la Sardegna parteciperà domenica 13 dicembre alla grande protesta on line indetta dal movimento Strajk Kobiet a difesa dei diritti delle donne polacche. Attraverso la pagina Facebook Straik Kobiet Sardynia sarà possibile partecipare alla manifestazione globale #SolidarityWithPolishWomen. “Basterà fotografarsi con il logo scaricabile in formato A4 a disposizione nella descrizione dell’evento stesso e pubblicare la foto sull’evento #SolidarityWithPolishWomen che si trova su Facebook, e inviarla via messenger” spiega la referente del movimento in Sardegna, Carla Porcheddu, banarese di origini polacche e residente ad Alghero: “Sardynia jest solidarnie (La Sardegna è solidale) nasce dalla necessità di esserci e di portare il nostro sostegno seppure attraverso un post su Facebook. Tutto è partito da un’iniziativa privata, ma a seguito della richiesta da parte di una delle rappresentanti del movimento, è nata la sezione sarda. Siamo così entrati a far parte di una rete europea, nonché co-organizzatori dell’evento on line che si terrà domenica 13 dicembre”.

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Quella di domenica è una data simbolica per la Polonia: in quello stesso giorno di quasi quarant’anni fa il governo comunista introdusse la legge marziale, il cui scopo era reprimere attiviste e attivisti del sindacato Solidarność. Oggi, il partito alla guida del Paese, PiS (Prawo i Sprawiedliwość, partito di destra di ispirazione conservatrice clericale) invia la polizia a sedare in maniera brutale le proteste di donne e giovani, come gli ultimi gli avvenimenti accaduti a Wilcza qualche notte fa dimostrano.

“Il movimento Strajk Kobiet nasce nel 2016 dopo la presentazione in parlamento da parte della fondazione ultracattolica ‘Ordo Iuris’ di un disegno di legge anti-aborto che contemplava l’interruzione di gravidanza solo in caso di rischio di vita per la donna. Ora la Polonia vuole inasprire la legge già molto restrittiva che vieta l’aborto anche in caso di malformazione del feto”, spiega Porcheddu.

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“Donne e uomini protestano in Polonia e all’estero ormai da più di un mese. Le proteste si sono svolte in 650 città e ben il 14% delle donne polacche ha dichiarato la propria partecipazione ad almeno una protesta” spiega Porcheddu.

Siamo a fianco delle donne polacche e unitamente chiediamo alle cittadine e ai cittadini europei, e alla Commissione europea di difenderne i diritti comuni come cittadini dell’Unione europea, brutalmente e illegalmente limitati da un tribunale costituzionale politicizzato, che approfittando della pandemia ha vietato in modo disumano l’aborto anche in casi di malformazioni fetali incurabili” conclude Porcheddu.