Diritti degli animali, ECR: “Vietare la carne halal nell’UE”.
Gli animali macellati secondo il metodo halal, rito religioso in totale contrasto con le norme sul benessere degli animali, poiché consente loro di soffrire maggiormente negli ultimi momenti di vita, non rientrano nel perimetro di applicazione del regolamento CE 1099/2009. Un dato di fatto, come denunciato dall’eurodeputato dei Conservatori e Riformisti europei, Emmanouil Fragkos, che poco si allinea al cosiddetto “stile di vita europeo” e che riporta in auge il tema del divieto di produzione e importazione della carne halal nell’Ue.
Da qui la richiesta alla Commissione europea sulle norme che saranno introdotte contro l’halal nell’Ue e a tutela dei diritti degli animali, “violati dai musulmani per il mantenimento delle loro tradizioni religiose”, spiega l’esponente di ECR.
Secondo la commissaria europea Stella Kyriakides, l’articolo 13 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea stabilisce che, nel formulare e attuare le politiche dell’Unione, bisogna tenere pienamente conto delle esigenze in materia di benessere degli animali, rispettando nel contempo le disposizioni e le consuetudini degli Stati membri in particolare per quanto riguarda i riti religiosi.
“Il regolamento (CE) n. 1099/2009 del Consiglio – precisa la commissaria – prevede una deroga al requisito dello stordimento preventivo per la macellazione religiosa, che deve essere interpretato in modo restrittivo ed è subordinato alla sua esecuzione in un macello. La deroga si basa sulla necessità di rispettare le disposizioni legislative o amministrative e le consuetudini degli Stati membri in particolare per quanto riguarda i riti religiosi, le tradizioni culturali e il patrimonio regionale, come previsto dall’articolo 13 del trattato sul funzionamento dell’Ue. Gli Stati membri – conclude – possono adottare norme nazionali volte a garantire una protezione più ampia degli animali al momento dell’abbattimento rispetto a quelle contenute nel regolamento, anche in relazione a tale deroga, fatto salvo tuttavia il rispetto dei diritti fondamentali sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, tra cui la libertà di manifestare la propria religione sancita dall’articolo 10 della stessa Carta”.