Dipendenze patologiche tra i giovani in Italia, Fabiana Dadone: “1 decesso al giorno per overdose nel 2019, +11% rispetto al 2018”. Senatrice Bellucci: “Relazione della ministra manchevole di un monitoraggio puntuale”.

Oggi, nel corso dei lavori della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza è stata audita la ministra alle Politiche giovanili, Fabiana Dadone, sul tema del fenomeno delle dipendenze patologiche diffuse tra i giovani nel nostro Paese.

Audizione dalla quale emerge l’incremento delle percentuali d’assunzione delle principali sostanze d’abuso tra i giovani, accompagnate dalle nuove sostanze sintetiche, spesso sconosciute ma facilmente reperibili nel deep web. Nuove dipendenze, tra le quali il gioco d’azzardo online, facilitate dall’assenza di efficaci, nonché sostanziali, controlli di settore.

“Le dipendenze patologiche – spiega la ministra delle Politiche giovanili – si estrinsecano su linee ampie che vanno oltre l’abuso di alcolici e droghe. E’ evidente che le dipendenze patologiche rappresentano un panorama vasto. La protezione dei minori – prosegue Fabiana Dadone – deve essere guardata con attenzione dal mondo degli adulti. Le nuove generazioni hanno patito maggiormente le conseguenze della pandemia e a loro dobbiamo dei ristori e sostegni per evitare che si indebolisca il loro spirito e il loro futuro”.

Ma ci sarebbero notizie positive per la ministra: “Ci sono segnali incoraggianti raccolti dall’Osservatorio sui Giovani che dicono che il nucleo famiglia e delle amicizie hanno sostenuto i nostri ragazzi durante la fase pandemica, permettendo di sostenere la solidarietà. Sono però aumentati i disturbi comportamentali, alimentari, d’ansia e fenomeni di autolesionismo. So che gli sforzi stanno aumentando come dimostrato dal rafforzamento dei servizi di neuropsichiatria infantile e adolescenziale. Bisogna promuovere meglio i servizi a disposizione sul territorio nazionale”.

Paola Binetti
Paola Binetti

Secondo la relazione della ministra sarebbero i giovani tra 15-19 anni i soggetti più attivi all’uso di sostanze, tra le quali le droghe sintetiche: “Il digitale, il deepweb è utilizzato per reperire sostanze illegali, droghe sintetiche e psicofarmaci. Il 9,5% degli studenti nel 2019 ha usato queste sostanze, il 3,2% ha dichiarato di fare uso frequente di droghe leggere e psicofarmaci e lo 0,4% di droghe pesanti e stimolanti. Nel corso del 2019 sono state individuate per la prima volta in Italia 44 nuove sostanze psicoattive, mentre 82 sono le nuove sostanze inserite nella tabella ministeriale delle sostanze psicoattive. Nel 2019 i casi di overdose sono stati 373, circa 1 decesso al giorno, l’11% in più rispetto al 2018 e sono stati segnalati ai prefetti in Italia per detenzione di stupefacenti circa 20270 giovani tra 15-24 anni. Il 53% dei segnalati, 4129, era minorenne. L’aumento del consumo di cocaina – ricorda Dadone – si riflette sull’incremento delle richieste d’assistenza ai servizi sanitari. Nel 2019 sono state 136mila le persone prese in carico dai Ser.D, dei quali 11000 under25”.

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Per quanto riguarda l’abuso di alcol la relazione della ministra ha ricordato che circa il 41% dei/delle ragazzi/e di età compresa tra 15-19 anni ha abusato almeno una volta di sostanze alcoliche. Sul gioco d’azzardo, invece, il 45% degli studenti ha giocato somme di denaro, grazie anche alla facilità di connessione alla rete con profili falsi, spesso creati con i dati dei genitori. Ancora, la dipendenza da uso smodato di internet ha intaccato la capacità di interazione tra i giovani, favorendo, di fatto, un isolamento dalla vita reale.

“Il 31% degli studenti ritiene di usare internet, il 43% ha dichiarato di usare internet per più di 5 ore al giorno, l’11% ha affermato di diventare irritabile senza la possibilità di connettersi alla rete e/o utilizzare giochi. 1 su 5 – ricorda la ministra – ha sentito parlare delle challenge per entrare nelle community e al 3% è stato proposto da amici e conoscenti di parteciparvi. Di questi 1/3 vi ha partecipato. 1/3 degli studenti ha riferito, inoltre, di conoscere qualcuno che è stato vittima di cyberbullismo. Alto è il numero di ragazzi che risponde in modo passivo verso i rischi della rete. Nel 25% dei casi i giovani non parlano delle loro esperienze negative sulla rete, il 27% pensa di risolvere il problema semplicemente chiudendo la pagina, il 10% ha modificato le impostazioni della privacy, il 2% ha inviato segnalazioni ai gestori delle piattaforme mentre una percentuale inferiore si è rivolta ai genitori”.

Secondo i dati dell’OSCE, citati dalla ministra, l’uso abituale di internet non corrisponderebbe a un aumento delle competenze digitali.

In conclusione del suo intervento l’esponente dell’Esecutivo Draghi ha accennato alla nuova interlocuzione con i Ministeri dell’Istruzione, Lavoro e Salute per analizzare gli effetti della pandemia tra i giovani e procedere con l’individuazione di azioni contro il disagio giovanile, attraverso la realizzazione di un tavolo interministeriale.

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Un nuovo tentativo, data la prima riunione del tavolo lo scorso 22 aprile 2021, che da la cifra circa l’attenzione dimostrata dai vertici del nostro Paese a contrasto del disagio giovanile.

Successivamente, sono intervenuti gli esponenti del Parlamento italiano. Per la senatrice Paola Binetti “il problema è complesso e va affrontato alla radice, partendo dalla famiglia, scuola e l’extrascuola, dove i giovani possono mettere in pratica il proprio talento. Bisogna prestare attenzione verso la creazione di spazi non di controllo ma di allenamento dove ci siano degli ‘allenatori’ con capacità di allenare la creatività dei giovani. Quale attenzione – ha chiesto la senatrice di Forza Italia rivolgendosi alla ministra Dadone – sarà dedicata per la creazione di spazi dove permettere ai giovani di esprimere le proprie capacità? Sarà possibile risparmiarci le campagne di sensibilizzazione sulla legalizzazione delle droghe leggere? Ricordo – ha proseguito la senatrice – che esiste già la legge 38. Non bisogna promuovere messaggi tali da creare confusione tra i giovani verso l’uso della cannabis”.

Intervento seguito dal senatore della Lega Simone Pillon: “Sono oltre 640mila gli studenti entrati in contatto con la cannabis e circa 90mila quelli/e che ne fanno uso ogni giorno. Recentemente si è registrato un aumento del 65% dei ricoveri ospedalieri tra i ragazzi/e di età compresa tra 15-17 anni, e il 36,5% di età inferiore. Numeri che denotano un allarme sociale tale da impattare sulla salute mentale dei più giovani. Il commercio della cannabis light – ha ricordato il senatore leghista – manda un messaggio controproducente secondo il quale la cannabis non rappresenterebbe un pericolo. Ricordo che negli Stati degli Stati Uniti dove si è deciso di legalizzare la cannabi, è aumentata la spesa sanitaria e l’assistenza dei casi”.

Per Rosa Maria Di Giorgi del Partito Democratico “il quadro è preoccupante. Serve coordinamento delle iniziative per i giovani. Bisogna investire moltissimo nella scuola, perché rappresenta il primo luogo dove può emergere il disagio”. Sul tema anche la deputata Maria Spena di Forza Italia: “La pandemia e la chiusura delle scuole hanno contribuito ad aumentare queste tendenze. Bisogna coinvolgere i giovani nelle attività del terzo settore e fare di più per l’attività sportiva all’aperto. Se si fosse fatto di più in tal senso durante l’emergenza sanitaria forse si sarebbero visti altri risultati”.

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Sulla relazione della ministra si è poi espressa la deputata dei Fratelli d’Italia Maria Teresa Bellucci: “I dati proposti non sono reali e la relazione presentata dalla ministra è manchevole di un monitoraggio puntuale, disegnando una situazione fallace. Le fonti europee dicono che il nostro Paese è primo in Europa per uso di cannabinoidi tra le persone di 15 anni. Come mai? Va fatta una riflessione sul perchè da noi i 15enni usino di più le droghe leggere. Come si vuole intervenire? Come si vuole finanziare il Fondo nazionale contro la droga? Come potenziare i servizi? I Ser.D sono abbandonati a loro stessi, luoghi ameni dove mancano risorse umane e sicurezza. Anche durante la pandemia – ricorda Bellucci – non è stata prevista alcuna misura a sostegno dei Ser.D. Come si può lavorare a mani nude? Per non parlare delle comunità terapeutiche per le quali non è stato deciso alcun sostegno. In Italia – ha concluso l’esponente di FdI – si parla sempre meno di dipendenze nonostante i dati siano in aumento”.

“Perchè i giovani sono spinti a consumare sostanze stupefacenti?”. Questa la domanda posta dal deputato Alessandro Maran del Partito Democratico nel corso dei lavori della commissione parlamentare, per sollevare la questione dell’ambiguità dei messaggi rivolti verso i giovani: “Dagli anni ’80 sono previste dal Testo unico contro gli stupefacenti norme specifiche verso chi istiga all’uso delle droghe leggere, con la previsione di aggravanti verso chi vende o stimola i minorenni al consumo di stupefacenti. Alcuni cantanti promuovono pubblicamente con le loro canzoni e i loro profili social, il consumo delle droghe tra gli adolescenti. Artisti della Trap music – termine che deriva dalle Trap houses, le case dello spaccio ricorda il deputato dem – che diffondono il consumo di droga come un modello di successo. Le mie interrogazioni in materia – conclude Maran – sono state archiviate dalle relative procure. Non si può tutelare questo genere di propaganda in nome della libertà artistica dei cantanti. Dire che le droghe leggere vadano legalizzate è pericoloso”.