Diminuiscono i fuori sede all’Università di Cagliari: -3,16%.
Tra i primi dieci atenei per riduzione del numero di fuori sede, in termini assoluti e in percentuale negli ultimi dieci anni si è posizionata l’Università degli Studi di Cagliari con una variazione negativa del 3,16%. A dirlo l’ultima elaborazione dell’Osservatorio Talents Venture realizzata sui dati del Ministero dell’Università e della Ricerca.
Percentuali sicuramente minori di quelle registrate alla Sapienza di Roma, dove il calo (pur rimanendo l’ateneo con la maggiore popolazione studentesca in Italia in termini assoluti, 9165) è stato dell’8,9%, e degli atenei di Chieti e Catania, rispettivamente al -7,8% e -7,6%.
Dati in netta controtendenza rispetto all’aumento degli studenti e studentesse iscritti/e con cittadinanza straniera negli atenei italiani. Rispetto al 2010/2011 (allora gli studenti stranieri in Italia erano circa 63625), infatti, la popolazione studentesca proveniente da altri Paesi nel 2021/2022 è quasi raddoppiata, toccando quota 109681 unità. Numeri, per tornare alla Sardegna, che confermano il calo di attrattività del principale ateneo dell’Isola tra gli/le universitari/e stranieri/e.
Una perdita importante considerata anche la provenienza dei nuovi iscritti: 44% Europa, 31% Asia, 14% Africa e 10% dall’America del Nord e del Sud.
A comandare la classifica in Italia sono sempre gli studenti della Romania (10,2%), mentre solo l’1,7% dei nuovi iscritti proviene dalla Francia. In crescita la provenienza dal Marocco (3,4%) Federazione Russa (2,7%) e Ucraina (2,6%).
Tra gli atenei italiani, in termini assoluti, chi ha lavorato meglio con le politiche di attrazione degli studenti stranieri negli ultimi 10 anni sono stati quelli di Torino (+11302), seguito da Ferrara (9371) e Bologna (8355).
In Sardegna, ancora, è previsto un calo della popolazione studentesca di età compresa tra 18 e 21 anni che, nel 2040, sarà pari al 67% di quella registrata nel 2022. Decisamente il calo più importante tra le regioni d’Italia se consideriamo che il Trentino Alto Adige manterrà invece nello stesso periodo l’89% della popolazione 18-21. Si sà, i giovani e le politiche giovanili “contano” nell’Isola.
Mediocre anche la percezione circa la competenza dei servizi universitari di accogliere gli studenti stranieri. Per il 60% degli studenti e studentesse intervistati/e, infatti, “la segreteria dell’ateneo non è in grado di assistere studenti che parlano solo o prevalentemente inglese” e, ancora “i professori/esse non sono in grado di tenere lezioni solo o prevalentemente in inglese”.
Dal 2002 al 2021, ancora, è aumentata la cosiddetta degli studenti del Sud Italia verso il Centro, il Nord e l’estero. Un periodo di tempo che ha visto la partenza di 1.320.405 giovani under 35, di cui 348.280 laureati (26,4 per cento del totale) con un saldo migratorio negativo nello stesso periodo di 808.561 unità (con 262.633 laureati pari al 32,5 per cento). Insomma, i giovani laureati che lasciano in Mezzogiorno sono in forte aumento, sia in termini assoluti (26.226) che in percentuale (il 42 per cento del totale) con un saldo migratorio negativo di 38.881 unità, di cui 19.210 laureati (50,1 per cento del totale).
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