Diabete in Sardegna, M5S: “Risolvere i disagi dei diabetici sardi”.
Il Movimento 5 Stelle scende in campo per i diabetici in Sardegna. Un tema particolarmente sentito nell’Isola – regione con un tasso di incidenza secondo soltanto alla Finlandia – dove circa 120000 sardi sono diabetici, di cui circa 12000 adulti insulino dipendenti e circa 1500 insulino dipendenti nella fascia d’età tra i 0 e i 15 anni.
Una mozione illustrata nel corso della conferenza stampa dai consiglieri del gruppo M5S. “In questo momento importantissimo per la Sanità in Sardegna – per la capogruppo Desirè Manca -, che vede al centro del dibattito politico la riforma sanitaria regionale, abbiamo deciso di preparare una mozione dedicata al diabete, una patologia che rappresenta una grande piaga per la nostra Regione. In Sardegna i diabetici sono 120 mila, un numero che fa balzare l’Isola ai vertici nazionali (e non solo) per quanto riguarda l’incidenza della patologia in rapporto alla popolazione. Con questa mozione, frutto del lavoro del Gruppo di un anno, portiamo infatti avanti delle richieste specifiche”.
Per il primo firmatario della mozione, Michele Ciusa: “In un momento in cui la maggioranza si appresta a portare in Aula una riforma che mette al centro le poltrone, che nulla ha a che vedere con i problemi dei cittadini, noi abbiamo invece deciso di affrontare gli aspetti della sanità che più ci interessano, quelli vicini alle persone, come la gestione della patologia diabetica in Sardegna, la Regione con il più alto tasso di diabetici al mondo, dopo la Finlandia.
Condizione che dovrebbe far supporre che proprio in Sardegna si trovino le migliori cure, ma non è affatto così. Purtroppo l’isola risulta arretrata persino rispetto ad altre regioni d’Italia. Inoltre, come abbiamo appreso in questi mesi, un terzo dei morti per Covid in Italia soffriva di diabete”.
Nella mozione i consiglieri del Movimento 5 Stelle chiedono una maggiore trasparenza all’interno della Commissione del prontuario terapeutico regionale, l’introduzione della cartella elettronica e l’adeguamento dei microinfusori e una maggiore logicità nella distribuzione nei vari distretti della Sardegna. Punti illustrati dal consigliere Ciusa: “Chiediamo la massima trasparenza all’interno della Commissione del prontuario terapeutico regionale, in cui addirittura non è presente neanche un diabetologo. Ad oggi infatti non sappiamo quando si riunisce, di quali argomenti discute e per quale motivo la scelta dei farmaci da inserire venga fatta esclusivamente guardando al risparmio e non tenendo conto che ogni euro investito oggi sarà un euro risparmiato domani”.
“Chiediamo – ha proseguito Ciusa – l’introduzione della cartella diabetologica elettronica, uno strumento utile sia ai pazienti sia ai medici. Non solo: l’utilizzo dei dati immessi in rete permetterà alla Sanità regionale di rispondere adeguatamente alle reali esigenze del territorio”.
Sui microinfusori il consigliere pentastellato ha aggiunto che “non sono al passo con i tempi, ma soprattutto sono distribuiti in numero uguale per ciascun distretto, senza tener quindi conto delle effettive necessità che gli stessi distretti possono avere in base al numero dei diabetici che vi si rivolgono”.
Nel corso della conferenza è intervenuto il collega Roberto Li Gioi: “Teniamo al tema della salute, come confermato dalle nostre battaglie portate avanti nell’Isola. Trovo che sia paradossale in una regione come la Sardegna, dove vivono 120mila persone col diabete, che non si voglia creare una rete diabetologica regionale. Un investimento di puro buon senso che permetterebbe di raggiungere le persone con patologia diabetica e ridurre i costi sanitari”.
Una mozione nata anche grazie al coinvolgimento delle organizzazioni dei diabetici sardi, come rimarcato da Alessandro Solinas: “Abbiamo fatto un grande lavoro di ascolto con i portatori di interesse presenti in Sardegna. Un lavoro che ha permesso di capire i principali disagi per i diabetici e proporre servizi e terapie al passo con i tempi. Non possiamo più accettare l’esistenza di presidi medici obsoleti per i pazienti sardi. La nostra è una battaglia di civiltà”.
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