Devastazione in Emilia: mobilitazione del sistema di Protezione civile nazionale.

Per far fronte ai gravi effetti del maltempo che ha devastato l’Emilia-Romagan, il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ha firmato stamani la richiesta per lo stato di mobilitazione: un atto, questo, con cui è stata chiesta l’attivazione e l’intervento del sistema di Protezione civile nazionale e la copertura delle prime spese necessarie per affrontare l’emergenza.

Richiesta accolta dal Governo, come confermato dalla firma del decreto del ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci, che ha disposto la mobilitazione straordinaria del servizio nazionale di Protezione civile a supporto della regione.

Domani mattina il presidente Bonaccini incontrerà a Faenza i sindaci del ravennate, per fare un primo punto della situazione; seguirà successivamente un incontro a Imola con sindaci del bolognese. Agli incontri saranno presenti il presidente della Provincia di Ravenna, Michele De Pascale, e il sindaco della Città metropolitana di Bologna, Matteo Lepore.

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“Una situazione che non ha precedenti storici, non era mai caduta così tanta acqua in poco tempo- ha sottolineato Bonaccini, che oggi ha incontrato la stampa con la vicepresidente, Irene Priolo, e il sottosegretario Davide Baruffi, al termine di un vertice operativo al Centro operativo della Protezione civile regionale a Bologna-. Rinnovo inoltre il mio ringraziamento alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per la vicinanza e il sostegno che ci ha garantito”.

“Abbiamo già avviato la procedura per la richiesta al Governo dello stato di emergenza nazionale – ha proseguito il presidente -. Fin dalla scorsa notte, la Protezione civile regionale è al lavoro incessantemente, insieme ai Vigili del fuoco, all’Esercito, alle Forze dell’ordine e a tanti volontari, mentre insieme alla vicepresidente Priolo siamo in contatto costante con i sindaci dei territori colpiti. Purtroppo contiamo due vittime, oltre a centinaia di famiglie costrette a lasciare le loro abitazioni dopo evacuazioni, soprattutto a scopo preventivo”.

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La vicepresidente Priolo ha sottolineato l’eccezionalità della situazione, sia per il tempo di ritorno (un evento così ogni 100 anni), sia per la piena contemporanea di 13 fiumi in allerta rossa. Per la maggior parte si tratta di affluenti del Reno: la crisi ha riguardato, quindi, il cosiddetto reticolo minore.

Attualmente la situazione più delicata riguarda il fiume Lamone, che ha tracimato per la tanta acqua caduta, rompendo anche gli argini. A questo proposito, alta è l’attenzione per Bagnacavallo, nel ravennate: qui ci sono alcune frazioni interessate dalla rottura sul Lamone, e si sta cercando di evitare ulteriori allagamenti.

Mentre sul Sillaro si lavora già da ieri per sistemare i danni, “sul Lamone – ha spiegato Priolo – stiamo accedendo ora, e raggiungendo la rottura di argine. In generale, i Consorzi stanno effettuando manovre idrauliche per scaricare parte dell’acqua nella rete di bonifica, alleggerendo così la portata dei fiumi e dei corsi d’acqua, e quindi anche del reticolo minore”.

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