Democrazia e media, Sandra Pereira: “Censura imposta dal regolamento UE”.

Secondo quanto indicato nel regolamento (UE) 2022/350 del Consiglio “è vietato agli operatori trasmettere o consentire, facilitare o contribuire in altro modo alla trasmissione, qualsiasi contenuto delle persone giuridiche, delle entità o degli organismi elencati nell’allegato XV, anche mediante trasmissione o distribuzione con qualsiasi mezzo come cavo, satellite, IP-TV, provider di servizi Internet, piattaforme o applicazioni per la condivisione di video Internet, nuove o preinstallate” e ancora che “qualsiasi licenza di trasmissione o accordo di autorizzazione, trasmissione e distribuzione con le persone giuridiche, gli enti o gli organismi elencati è sospeso”.

A citare il regolamento UE l’eurodeputata della Sinistra Sandra Pereira, critica verso l’azione censoria delle istituzioni europee, agita in risposta alla crisi geopolitica con la Russia, come tristemente ricordato dalla decisione di bandire i canali Russia Today e Sputnik dall’UE.

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“Con questo regolamento – afferma la deputata portoghese – l’UE sta oltrepassando i suoi poteri e sconfinando in quelli degli Stati membri. Il regolamento – prosegue – viola l’articolo 37 della Costituzione della Repubblica portoghese, il quale sulla libertà di espressione e di informazione afferma che ‘ciascuno ha il diritto di esprimere e manifestare liberamente il proprio pensiero con parole, immagini o con qualsiasi altro mezzo, nonché il diritto di informare gli altri, informarsi ed essere informato senza impedimenti o discriminazioni e che l’esercizio di detti diritti non può essere ostacolato o limitato da alcun tipo o forma di censura”.

“Che cosa ha da dire il Consiglio sulla legittimità e la logica alla base della censura dei media imposta agli Stati membri, in violazione delle rispettive costituzioni e in violazione dei loro poteri?”, conclude la rappresentante de “La Sinistra” al Parlamento UE.

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Sull’imbarazzante questione la Commissione europea ha recentemente risposto dichiarando che il “regolamento 2022/350 del Consiglio attua le misure stabilite dalla decisione 2022/351 del Consiglio e sospende le attività di trasmissione di vari media nell’Unione o rivolte all’Unione, quali Russia Today Francia, RT – Russia Today Spagna e Sputnik fino al 31 luglio 2022” e che “la sospensione dovrebbe essere mantenuta fino a quando l’aggressione contro l’Ucraina non sarà terminata e tali canali non cesseranno di condurre azioni di disinformazione e manipolazione delle informazioni contro l’UE e i suoi Stati membri”.

Atti giuridici, decisamente non in linea con la narrazione democratica europea, la cui motivazione è dovuta al controllo che la Federazione russa esercita su di essi per promuovere e sostenere l’aggressione militare contro l’Ucraina e per destabilizzare il Paese e gli Stati limitrofi.

“Come indicato nel regolamento – prosegue la nota ‘non firmata’ della Commissione – le misure restrittive sono coerenti con i diritti e le libertà fondamentali riconosciuti nella Carta dei diritti fondamentali, in particolare con il diritto alla libertà di espressione e di informazione riconosciuto dall’articolo 11 della Carta”.

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