Decreto Coesione: sgravi per giovani non operativi.
Si festeggiano le approvazioni dei decreti dalle parti di Palazzo Chigi ma, nei fatti, spesso non vengono presentate le richieste formali per l’accesso ai fondi europei. A ricordare la solita “triste dinamica” messa in atto dai vertici del Paese, è intervenuto recentemente il decreto Coesione, convertito con modificazioni dalla legge n. 95 del 4 luglio 2024. Un provvedimento che ha introdotto sgravi contributivi significativi a favore dei datori di lavoro che assumono a tempo indeterminato giovani under35 e donne svantaggiate. Tali bonus, rispettivamente disciplinati dagli articoli 22 e 23 del decreto, prevedono una riduzione del 100º% dei contributi previdenziali e assistenziali a carico dei datori di lavoro per un periodo massimo di ventiquattro mesi. Tuttavia, nonostante l’efficacia del provvedimento per promuovere l’occupazione, questi sgravi non sono ancora operativi.
“L’applicazione degli sgravi – spiegano i firmatari dell’interrogazione parlamentare* – è infatti subordinata all’adozione di alcuni provvedimenti chiave, tra cui l’autorizzazione della Commissione europea. Inoltre, è attesa una circolare dell’Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS) per chiarire i dettagli tecnici sulla fruizione dei bonus”.
Da qui la richiesta alla Commissione europea per conoscere i tempi per la concessione dell’autorizzazione necessaria per rendere operativi tali sgravi.
Per la vicepresidente della Commissione Ue, Roxana Mînzatu, però, non è possibile dare una risposta sulle tempistiche poiché non è stata presentata alcuna richiesta di finanziamento delle iniziative nell’ambito del Fondo sociale europeo Plus (FSE+): “È in corso un dialogo con lo Stato membro per la presentazione di una proposta globale di modifica del programma in questione”, ha dichiarato l’esponente della Commissione von der Leyen riferendosi, in particolare, al programma nazionale FSE+ “Giovani, donne e lavoro”.
Eppure si parla di circa 14809 milioni di euro in ballo (solo per l’Italia) per l’inclusione dei giovani e donne inseriti nel periodo di programmazione 21-17, di cui la maggior parte riguardano le regioni meno sviluppate… tipo la Sardegna.
Di questi, infine, circa 2800 milioni di euro sono destinati ai giovani per misure concernenti, per esempio, l’orientamento, le esperienze lavorative, gli apprendistati, l’orientamento scolastico, il servizio civile, l’istruzione e la formazione professionale e l’istruzione non universitaria di terzo livello.
*Valentina Palmisano (The Left), Carolina Morace (The Left), Pasquale Tridico (The Left), Mario Furore (The Left), Dario Tamburrano (The Left).
foto Governo.it