Ddl Zan, Barbara Figus: “Sarà consentito manifestare ‘contro’?”.
Il prossimo fine settimana si terrà a Cagliari una manifestazione spontanea a favore del Ddl Zan, l’ormai noto disegno di legge anti-omofobia che, negli ultimi tempi, ha fatto registrare diverse e accese discussioni nel mondo politico e all’interno della società civile. Tra le voci fuori dal coro quella della coordinatrice regionale del Popolo della Famiglia, Barbara Figus: “Nulla da ridire contro la manifestazione in se. Manifestare è un diritto garantito dalla nostra Costituzione. Quello che mi chiedo è se dopo l’approvazione del Ddl Zan, sarà consentito anche al Popolo della Famiglia o a chi la pensa in maniera diversa da Zan e compagni, manifestare contro una legge ingiusta e liberticida. Se diremo che chi pratica l’utero in affitto commette un crimine oltre che una violenza su due donne e su un bambino, verremo denunciati per aver espresso opinioni discriminatorie, che negano un ‘diritto’ alle persone di diverso orientamento sessuale, in base all’art 4 del ddl stesso? Sarà garantita anche la diversità di pensiero o si vuole garantire solo una diversità a senso unico?”.
Riflessioni dovute alla luce di quanto espresso in una intervista dal giudice Alfredo Mantovani, ricorda Barbara Figus, dove alla domanda “Un partito come il Popolo della Famiglia potrebbe esistere?”, avrebbe dichiarato che “con un pubblico ministero molto ligio nel far applicare il Ddl, il Popolo della Famiglia verrebbe considerata un’associazione omofoba e, quindi, verrebbe sciolta per legge come se fosse un partito neonazista e i suoi promotori rischierebbero una condanna fino a sei anni di reclusione”.
Preoccupazione che aumenterebbe, secondo il PDF, alla luce delle dichiarazioni di Marilena Grassadonia di Sinistra Italiana, rilasciate nel corso di una manifestazione nella città di Milano: “Vogliamo una stagione dei diritti in cui si parli di fecondazione assistita, utero in affitto e il riconoscimento dei figli e delle figlie delle famiglie arcobaleno. Il Ddl Zan è solo l’inizio”. Asserzioni che per la coordinatrice del PDF Sardegna suonano come una prima avvisaglia verso la censura delle opinioni: “Il DdL Zan è solo l’inizio, è quanto afferma. In pratica conferma quello che noi diciamo da tempo, ovvero che il vero scopo del Ddl non è combattere l’emergenza discriminazione (che, dati OSCAD alla mano, emergenza non è), ma creare le basi per altro. E il Ddl le crea nel modo più semplice: tappando la bocca, per legge, agli oppositori”.