Ddl sicurezza, S&D: “Violazione dei principi dell’Ue”.

Come risaputo, lo scorso 18 settembre 2024, la Camera dei Deputati ha approvato il disegno di legge “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica”, che introduce modifiche al codice penale, a partire dall’inasprimento delle pene esistenti, l’introduzione di nuove sanzioni e la creazione di nuove fattispecie penali. Tra queste, l’introduzione della “resistenza passiva” all’interno degli istituti penitenziari, punita con la detenzione, aggravando la situazione delle carceri in Italia.

Dall’attuale sanzione amministrativa per coloro che, durante le manifestazioni, ostacolano la circolazione su strade o ferrovie, inoltre, si passerebbe ad una fattispecie penale punita con la detenzione. Prevista anche un’aggravante se l’atto è volto a impedire la realizzazione di opere pubbliche o infrastrutture strategiche.

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Viste queste disposizioni, l’articolo 2 TUE, gli articoli 11 e 12 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE e la giurisprudenza della CGUE, secondo gli eurodeputati del gruppo S&D il ddl violerebbe i principi dell’Ue, in particolare con riferimento alla libertà di espressione, riunione e associazione.

Per il commissario Didier Reynders, però, si tratterebbe di un “non problema” dal momento che il disegno di legge italiano sulle “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica” stabilisce disposizioni nazionali che non sembrano rientrare nell’ambito di applicazione della Carta, in quanto non attuano alcuna normativa dell’UE.

“La competenza dell’UE in materia di diritto penale sostanziale è definita dall’articolo 83 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) e non copre le tipologie di reato interessate dal disegno di legge italiano sulle “Disposizioni in materia di pubblica sicurezza – ricorda Reynders -. Inoltre, conformemente all’articolo 72 TFUE, gli Stati membri sono responsabili del mantenimento dell’ordine pubblico e della salvaguardia della sicurezza interna. Pertanto spetta agli Stati membri e alle loro autorità giudiziarie garantire che i diritti fondamentali siano effettivamente rispettati e tutelati conformemente alla legislazione nazionale e agli obblighi internazionali in materia di diritti umani”.

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*Alessandro Zan (S&D), Nicola Zingaretti (S&D), Giuseppe Lupo (S&D), Sandro Ruotolo (S&D), Annalisa Corrado (S&D), Brando Benifei (S&D), Lucia Annunziata (S&D), Cecilia Strada (S&D), Alessandra Moretti (S&D), Stefano Bonaccini (S&D), Pina Picierno (S&D), Elisabetta Gualmini (S&D), Marco Tarquinio (S&D), Antonio Decaro (S&D), Camilla Laureti (S&D), Irene Tinagli (S&D), Giorgio Gori (S&D), Raffaele Topo (S&D), Dario Nardella (S&D), Matteo Ricci (S&D), Pierfrancesco Maran (S&D).

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