David Sassoli: “Fatti di Minsk gravissimi. Chiediamo una immediata inchiesta internazionale e la liberazione degli arrestati”.

Ieri il Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, durante il discorso di apertura del Consiglio europeo ha ricordato ai rappresentanti degli Stati membri la necessità di una risposta forte e comune in merito al dirottamento del volo Ryanair nell’Aeroporto di Minsk. L’UE, per il presidente dell’Eurocamera, non può e non deve continuare ad assistere alle ripetute violazioni dello Stato di diritto nel Paese del Presidente Aleksander Lukashenko.

“I fatti di ieri relativi all’atterraggio forzato a Minsk del volo Ryanair da Atene a Vilnius sono di una gravità inaudita. Il regime del Presidente Lukashenko ha privato della libertà Roman Protasevich ed un’altra persona che lo accompagnava e ora si trovano detenuti a Minsk. Chiediamo l’immediato rilascio di entrambi senza condizioni e la possibilità per loro di lasciare il paese”.

“È senz’altro necessaria un’indagine internazionale per verificare se la sicurezza del trasporto aereo e dei passeggeri è stata messa a repentaglio da uno stato sovrano e se siamo in presenza di una violazione della Convenzione di Chicago”.

“Ma la nostra risposta dev’essere forte, immediata e unitaria. L’Unione Europea deve agire senza esitazioni e punire i responsabili. Stasera avete una grande responsabilità per dimostrare che l’Unione non è una tigre di carta”.

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“Risulta evidente -prosegue Sassoli – che le ultime sanzioni della Russia non erano dirette soltanto contro la mia persona e quella della Vice Presidente Jourova ma anche contro le nostre rispettive istituzioni. Anziché intimidirci, questo ci incoraggia a non fermarci. La Russia rilasci Alexei Navalny”.

Durante il suo discorso il Presidente Sassoli ha anche ribadito la necessità di un sistema europeo sulla migrazione, delineando tre aree in cui l’UE dovrebbe agire.

“Primo, salvare vite umane. Questo è un obbligo giuridico e morale e non possiamo lasciare questa responsabilità solo alle ONG che svolgono una funzione di supplenza nel Mediterraneo. Dobbiamo tornare a pensare a una grande operazione comune dell’Unione Europea nel Mediterraneo che salvi vite e tolga terreno ai trafficanti. Occorre un meccanismo europeo di ricerca e salvataggio in mare, che utilizzi le competenze di tutti gli attori coinvolti, dagli Stati membri alla società civile alle agenzie europee”.

Aereo, foto Sogaer
Aereo, foto Sogaer

“Secondo, le persone bisognose di protezione devono poter arrivare nell’Unione Europea in modo sicuro e non rischiando la vita. Abbiamo bisogno di canali umanitari da definire insieme all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati e di un sistema europeo di reinsediamento fondato sulla nostra responsabilità comune. Stiamo parlando di persone che possono dare un contributo importante anche alla ripresa delle nostre società colpite dalla pandemia e dal calo demografico, grazie al loro lavoro e alle loro competenze”.

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“Infine, abbiamo bisogno di una politica europea di accoglienza degli immigrati. Il Parlamento europeo ha adottato proprio la scorsa settimana la sua risoluzione in materia”.

Il Presidente Sassoli ha anche accolto con favore il recente accordo sul certificato europeo Covid-19, dichiarando che “siamo particolarmente soddisfatti per il lavoro svolto insieme al Consiglio sul certificato Covid-19 per evitare un mosaico di soluzioni nazionali che avrebbe effetti dannosi per i cittadini, per il turismo e per la ripresa economica”.

“Per il Parlamento, il certificato non può essere una condizione ostativa per la libera circolazione. Abbiamo inoltre indicato chiaramente che nessuno deve essere discriminato per le sue condizioni di salute o le scelte sanitarie e vogliamo che soltanto i dati necessari vi siano inclusi”.

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“La vera svolta sarà rappresentata dalla rapidità della campagna vaccinale nell’Unione Europea. Inoltre, data la situazione sanitaria attuale in molti paesi del mondo, è fondamentale pensare e agire al di là delle nostre frontiere. Per questo, come ho detto al forum globale per la salute del G20, occorre che tutti seguano l’esempio dell’Unione Europea esportando i vaccini e donando le dosi in sovrannumero ai paesi a basso e medio reddito”.

“Ma non basta. Occorre impegnarsi per potenziare la produzione in questi paesi e, nel medio periodo, consentire la condivisione obbligatoria delle licenze per questo fine – utilizzando le flessibilità già consentite all’interno degli accordi TRIPS in sede OMC”.

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