Dal populismo al “sopravvivismo”, Mario Adinolfi: “Di Maio indegno”.
“In qualsiasi Paese del mondo il ministro si sarebbe dimesso”. Così Mario Adinolfi, presidente nazionale del Popolo della Famiglia, ha contestato oggi il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, all’indomani della scissione dal Movimento 5 Stelle: partito – fortunatamente – ormai sul viale del tramonto.
“La polverizzazione del M5S – ricorda Adinolfi – è l’esito più clamoroso di questa indegna legislatura, aperta con Di Maio che chiede l’impeachment per Mattarella, chiusa con Di Maio che va da Mattarella per farsi blindare la poltrona. In nessun Paese al mondo un ministro degli Esteri organizzerebbe la scissione del principale partito e gruppo parlamentare in un tempo di guerra come questo. Se lo facesse – prosegue – darebbe inevitabilmente le dimissioni perché alla Farnesina è
stato indicato in quanto leader di quel partito. Alle dimissioni per motivi siffatti del ministro degli Esteri seguirebbero crisi di governo e libere elezioni, come in Francia o Israele dove siamo alla quinta tornata di elezioni politiche in tre anni e mezzo”.
Un giudizio che prosegue nel segno della stigmatizzazione verso la mancanza di alcuna coerenza politica: “Da noi la
volontà popolare viene stuprata dal 2011, i partiti e i loro leader si comportano in modo indegno. E questa è la ragione della scissione di Di Maio. Uno schifo. Di Maio è indegno, i parlamentari violano la Costituzione ogni giorno comportandosi senza ‘disciplina e onore’, in un continuo mercato delle vacche. Si ponga termine a questo insopportabile e triste spettacolo prima che i cittadini si stanchino del tutto della politica. Si vada al voto anticipato”, conclude Adinolfi.
foto Quirinale.it