Crisi in Niger: 500 cittadini Ue rimpatriati con il meccanismo di protezione civile.

A seguito dei recenti avvenimenti in Niger, culminati lo scorso 26 luglio 2023 con il colpo di Stato organizzato dalla guardia presidenziale contro il presidente della Repubblica Mohamed Bazoum, sono stati rimpatriati in Ue diverse centinaia di cittadini europei. Solo la Franzia, tramite il meccanismo di protezione civile dell’UE – che finanzia il 75% dei costi di trasporto -, ha già riportato a casa oltre 500 persone e altri voli sono in preparazione.

Nel frattempo il Niger si prepara a diventare un nuovo teatro di guerra, come ricordato anche dagli attacchi all’ambasciata francese a Niamey da parte di gruppi “visiblmente preparati” come precisato dal Ministero degli Affari esteri francese che ha anche dichiarato di non voler riconoscere le autorità legate al colpo di Stato guidato dal generali Tchiani.

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“Ribadiamo con la massima forza le chiare richieste della comunità internazionale che chiede l’immediato ripristino dell’ordine costituzionale e del potere civile democraticamente eletto in Niger”.

Dopo la Francia, con un po’ di ritardo, si sono mosse Italia, Spagna e Germania e oggi la Farnesina ha comunicato il rientro di oltre 90 italiani, sul volo messo a disposizione per il rimpatrio dei connazionali registrati in Niger.

In situazioni di emergenza, i voli di rimpatrio coordinati nell’ambito del meccanismo di protezione civile dell’UE, garantiscono il ritorno dei cittadini dell’UE di diverse nazionalità.

“L’assistenza – ricordano dalla Commissione europea – è offerta e prestata dagli Stati membri dell’UE e dagli Stati partecipanti su base volontaria. L’obiettivo è aiutare i cittadini dell’UE che si trovano all’estero in gravi difficoltà in caso di crisi o calamità”.

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