Crisi idrica in Europa, oltre un quarto dell’Ue è “a secco”. Razza: “Servono interventi straordinari”.

Secondo i dati dell’Osservatorio europeo sulla siccità, oltre un quarto del territorio dell’UE è attualmente in condizioni di crisi idrica, con l’8 % già in stato di emergenza, con conseguenze particolarmente gravi per l’economia e la tutela dell’ambiente in Italia, Grecia, Francia e Spagna.

La stessa valutazione dell’Agenzia europea dell’ambiente (AEA), pubblicata nel marzo 2024, conferma che le attuali politiche di adattamento dell’Europa non sono adeguate a garantire l’approvvigionamento idrico necessario.

Da qui la richiesta alla Commissione europea dell’eurodeputato del gruppo dei Conservatori e Riformisti europei, Ruggero Razza, per l’applicazione del riconoscimento dello stato di “siccità a lungo termine” e per il rafforzamento della direttiva quadro sulle acque, tale da permettere agli Stati membri di adottare misure temporanee e flessibili per la gestione delle risorse idriche.

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Sulla questione, il vicepresidente esecutivo della Commissione Ue, Maroš Šefčovič, ha confermato che l’Esecutivo europeo “non dichiara formalmente lo stato di siccità di alcuna regione, in quanto si tratta di una competenza degli Stati membri in funzione dei rispettivi criteri nazionali” e che a livello Ue “non esiste una definizione ufficiale di stato di “siccità a lungo termine”.

L’unica competenza dell’Ue in materia, come ricordato dal vicepresidente, è garantita dalla Politica agricola comune (PAC) che prevede una serie di strumenti per sostenere le attività pertinenti nei settori agricolo e forestale e nelle zone rurali. “In caso di circostanze imprevedibili – ha aggiunto Maroš Šefčovič – le norme applicabili a una serie di fondi dell’UE prevedono le nozioni di “forza maggiore” e di “circostanze eccezionali”. Mentre sul Fondo di solidarietà dell’UE, l’esponente della Commissione, ha confermato che esso può essere attivato “solo su richiesta del Paese colpito”.

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Fondo, però, che può coprire solo una parte dei costi delle operazioni di emergenza sostenute dalle autorità pubbliche: ad esempio, il ripristino di infrastrutture essenziali, la fornitura di alloggi temporanei alla popolazione, le operazioni di pulizia e la protezione del patrimonio culturale.

“Gli Stati membri – conclude il vicepresidente della Commissione Ue – hanno anche la possibilità di concedere aiuti di Stato conformemente alle norme dell’UE in materia. Nello specifico, possono concedere agli agricoltori colpiti gli aiuti destinati a ovviare ai danni causati da avversità atmosferiche come una grave siccità”.

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