Crisi geopolitica, Jake Sullivan: “Il mondo è a un punto di svolta”.

“Il mondo è a un punto di svolta e la nuova strategia di sicurezza statunitense è progettata per affrontare questo nuovo mondo”, secondo Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Joe Biden, intervenuto ieri nel corso di un evento tenutosi alla Georgetown University di Washington DC.

“E’ il momento per Biden di definire le sfide che devono affrontare gli Stati Uniti e indicare i passi necessari per guidare gli Stati Uniti, i suoi alleati e partner. Siamo nei primi anni di un decennio decisivo”. Insomma una strategia che traccia una tabella di marcia esclusivamente per promuovere gli interessi vitali dell’America, puntando sulla competizione geopolitica con la Cina e la Russia. Un progetto che piuttosto di portare stabilità e sicurezza, di fatto, sta consolidando quel pericolosissimo muro contro muro che potrebbe portare a breve a un conflitto di dimensioni mondiali.

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Ma l’entusiasmo americano per la guerra è storicamente una costante nella American Way of Life: “Gli Stati Uniti – ha proseguito Sullivan sul palco della Georgetown University – sono in una posizione migliore di qualsiasi altra nazione al mondo per aiutare a stabilire le regole, sostenere le norme e promuovere i valori che definiranno il mondo in cui vogliamo vivere”.

“La guerra della Russia contro l’Ucraina si basa su anni di crescente aggressione”, ha affermato il consigliere per la sicurezza nazionale. “Il presidente russo Vladimir Putin sta facendo sconsiderate minacce nucleari, violando deliberatamente la Carta delle Nazioni Unite, prendendo di mira senza sosta i civili, agendo con una brutalità che minaccia di trascinarci tutti indietro nei giorni bui dell’espansionismo sovietico”. Difficile essere d’accordo con Sullivan dal momento che è stata la stessa strategia di espansione ad est da parte delle forze occidentali, messa in atto dai primi anni novanta, a portare all’attuale escalation con la Federazione Russa.

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Assunto confermato – se mai ce ne fosse stato bisogno – anche dal successivo passaggio del discorso di Sullivan, per il quale bisogna “mobilitare la più ampia coalizione di nazioni per rafforzare l’influenza degli Stati Uniti”.

foto U.S. Army Capt. Tobias Cukale