Criminalità transnazionale. Firmato il memorandum Ministero Interno-Nazioni Unite.

Il Capo della Polizia, Lamberto Giannini, e la Direttrice Esecutiva dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga ed il Crimine (UNODC) di Vienna, Ghada Fathi Waly, hanno firmato un memorandum d’intesa avviando, così, le premesse per la realizzazione di un percorso a due per edificare un network di sicurezza globale più resiliente alle minacce, sempre più transnazionali, trasversali e fluide.

La sottoscrizione è avvenuta alla presenza del Vice Direttore Generale preposto all’attività di Coordinamento e Pianificazione delle Forze di Polizia, Maria Teresa Sempreviva, e del Segretario Generale del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Ettore Francesco Sequi. Proprio l’alto diplomatico, nel suo intervento, ha sottolineato come il sistema di sicurezza italiano, segmento imprescindibile a supporto della politica estera del Paese, vanti un impegno di lungo corso e un’expertise senza eguali nel contrasto al terrorismo e alla criminalità transnazionale in ogni sua declinazione: organizzata, grave, emergente.

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Il Prefetto Giannini, ha poi sottolineato come tale Memorandum of Understanding rappresenti un’eccellente opportunità per disporre di un utilissimo quadro di riferimento per ogni attività di collaborazione che potrà sistemizzare e rafforzare ulteriormente l’azione di law enforcement italiana in sinergia con UNODC e con gli omologhi degli Stati membri.

Un momento della firma del memorandum
Un momento della firma del memorandum

Il motivo di fondo della ricerca di questo strumento negoziale, ha ricordato il Capo della Polizia, “sta nella consapevolezza della connotazione transnazionale del crimine: assistiamo infatti a minacce sempre più sofisticate e fluide che non hanno un’appartenenza territoriale e che sono perpetrabili e radicabili in ogni dimensione spaziale. Per questo, tradizione culturale e giuridica, strategie di contrasto a ogni forma di criminalità, capacità organizzativa e di adeguamento ai mutamenti degli strumenti normativi ed operativi costituiscono un know-how che deve superare le frontiere ponendosi al servizio della legalità, della sicurezza e della giustizia globale, allo scopo di rafforzare la resilienza delle comunità dinanzi a ogni fenomeno criminale organizzato, grave ed emergente e terrorista. Le forze di polizia devono dimostrarsi sempre più capaci di adattarsi, con flessibilità, anche a repentini cambiamenti di scenario, come sta avvenendo con la grave crisi pandemica e con il cambiamento climatico”.

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“Il nostro – prosegue – è un law enforcement al passo coi tempi che offre expertise e resilienza nella gestione di ogni nuova fenomenologia criminale. Lo dimostrano tutti gli ambiti di intervento specializzato su cui, da più di un trentennio, Polizia di Stato e Carabinieri hanno posto il focus, con assetti e risorse dedicati – cui si è aggiunta la fondamentale competenza specialistica della Guardia di Finanza, quali la tutela ambientale e della biodiversità, il cybercrime e la tutela delle infrastrutture critiche, la violenza di genere, la tratta e il traffico di esseri umani. Ma anche la risposta alla minaccia terroristica, subdola e virulenta, condivisa con l’intelligence, anche attraverso la creazione del fusion centre italiano, il CASA, che si avvale, altresì, delle sinergie messe in campo dalla Polizia Penitenziaria nei programmi di de-radicalizzazione dei detenuti”.

Un momento della firma del memorandum
Un momento della firma del memorandum

La firma di oggi, consente di consolidare azioni comuni, strutturandole e rendendole sistemiche, per prevenire e combattere la criminalità organizzata transnazionale, la corruzione, il traffico di droga/armi, la tratta di persone/il traffico di migranti, il terrorismo ed altre forme di criminalità gravi o emergenti.

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