Crescono le diseguaglianze per i giovani italiani. Nicolas Schmit: “L’istruzione in Italia non funziona più. Sforna diplomi inutili”.
Recentemente la Commissione europea ha pubblicato il consueto rapporto sul mercato del lavoro nell’Unione europea che nella classifica degli Stati membri vede il ‘Bel Paese’ arrancare nella parte bassa della classifica. Una condizione critica per il Commissario europeo per il Lavoro Nicolas Schmit: “La situazione sociale – ha ricordato l’esponente della Commissione europea in un’intervista al Sole 24 Ore – riflette la situazione economica degli ultimi 20 anni”. Intervento proseguito in difesa della missione giovani contenuta nel Pnrr italiano: “Il piano di rilancio presentato dal governo Draghi è un vero modello. Prevede circa 20 miliardi di euro da dedicare all’istruzione”. Leggendo, però, il contenuto della missione giovani del Piano Nazionale, emerge un’altra realtà, ovvero una programmazione per i giovani italiani che andrà a reiterare schemi a dir poco fallimentari nel campo dell’istruzione, della ricerca e, cosa ancora più preoccupante, per l’imprenditoria giovanile che resterà appannaggio per i giovani con risorse proprie, escludendo probabilmente i ragazzi e ragazze più talentuosi/e del Paese.
Non sorprende, quindi, che a pagare le conseguenze della crisi continueranno ad essere soprattutto i giovani. Un punto che, fortunatamente, trova d’accordo anche il Commissario Schmit: “È un paradosso: la disoccupazione giovanile in Italia è intorno al 30%, ma vi è carenza di manodopera”. Un paradigma tutto in ‘salsa tricolore’ alimentato da un “tasso elevato di abbandono scolastico” e dalla carenza di “competenze tecniche”.
Da qui l’affondo dell’esponente della Commissione von der Leyen sul sistema scolastico italiano: “L’istruzione – spiega ai microfoni de “Il Sole 24 Ore” – in quanto strumento di ascensore sociale non funziona più. Sforna diplomi inutili o esclude molti giovani”.
foto Antoine Rassart / European Union, 2021 Copyright