Crescono i divari nelle competenze alfabetiche dei bambini.
Secondo quanto rilevato dalla ricerca internazionale sulle competenze in lettura nelle scuole primarie, l’Italia si caratterizza per un peggioramento rispetto al pre-Covid e per gli ampi divari territoriali.
Come sottolineato dall’agenzia delle Nazioni unite, chi ha carenze nella lettura, nella comprensione di un testo e nella scrittura è più vulnerabile nella gestione di aspetti basici della vita quotidiana, dal lavoro alla salute. “La mancanza di questi strumenti di base – fanno sapere dalla Fondazione Openpolis – espone a situazioni di precarietà e ne amplifica i rischi. Al contrario, un livello di competenze alfabetiche adeguato – oltre a costituire la base del diritto all’istruzione – è anche il primo presupposto per migliorare la condizione di partenza e sradicare la povertà”.
Dal 2001, ogni 5 anni, viene condotta un’indagine che ha come obiettivo monitorare nel tempo i livelli di apprendimento nei paesi partecipanti, ricordano dalla Fondazione Openpolis. “In particolare di quelli alfabetici, con i test Pirls (Progress in international reading literacy study). Indagine che serve a verificare la capacità degli studenti al quarto anno di scuola – da noi la quarta primaria, quindi bambini di 9-10 anni – di saper leggere e comprendere un testo scritto. La scelta dell’età non è casuale. Si tratta di alunni che – in base al programma di studi – dovrebbero aver già imparato a leggere negli anni precedenti. E che quindi, a condizioni ordinarie, dovrebbero essere anche in grado di utilizzare la lettura come strumento per apprendere.
A maggio di quest’anno sono stati rilasciati i risultati dell’edizione 2021 del test. In questa rilevazione per l’Italia emerge un quadro di luci e ombre.
La rilevazione ha fatto emergere diverse criticità. Il punteggio di 537 conseguito in media dall’Italia consente al nostro Paese di posizionarsi al di sopra di altri maggiori paesi Ue, come Francia e Germania, nel 2021. Ma la tendenza alimentata dalla pandemia, nel nostro e in altri Paesi, indica un peggioramento delle competenze alfabetiche tra i bambini delle elementari. 21 su 32 i paesi in calo tra 2016 e 2021. Solo in 3 c’è stato un miglioramento, in altri 8 la variazione non è stata significativa.
Per l’Italia il calo nelle competenze alfabetiche ha anche una matrice territoriale. Sono soprattutto gli studenti dell’Italia settentrionale ad aver visto un peggioramento tra prima e dopo la pandemia. Nelle scuole del nord-ovest e del nord-est il punteggio medio è calato rispettivamente di -11 e -15 punti tra 2016 e 2021.
Allo stesso tempo, mentre i punteggi dell’Italia centro-settentrionale tengono comunque il passo con gli standard internazionali, quelli del mezzogiorno rimangono molto indietro. Nelle rilevazioni Iea-Pirls 2021, superano i 540 punti le aree del nord-ovest (punteggio medio 550), nord-est (542) e centro (543). Molto lontani sud (527) – la ripartizione territoriale che nella classificazione Invalsi comprende Abruzzo, Campania, Molise e Puglia – e sud e isole (513). Quest’ultima include Basilicata, Calabria, Sardegna e Sicilia.
Nell’anno scolastico 2021/22, nelle prove di quinta elementare, è emerso che i 10 capoluoghi con i punteggi più bassi in italiano erano tutti situati nel mezzogiorno. Si tratta di Crotone (181,36), Trapani (187,45), Foggia (187,76), Palermo (188,34), Catania (189,58), Agrigento (190,08), Messina (190,84), Enna (191,40), Napoli (191,88) e Caltanissetta (193,13). Poco sopra questi valori anche due capoluoghi del centro-nord: (Prato, 193,17) e Bolzano (193,64).
foto Ministero dell’Istruzione