Covid19 e demagogia. Dai runner allo psicologo 35enne.

Se i vaccini inoculati ogni giorno sono circa la metà di quelli che il governo si era prefissato, la responsabilità è della macchina amministrativa, non degli psicologi di 35 anni definiti da Draghi “furbetti saltacode”.

I quali, peraltro, non sono ne furbetti ne saltacode ma cittadini che usufruiscono di una prestazione prevista dalla legge. È ovviamente inaccettabile che un trentenne sia vaccinato prima di un ottantenne. Ma la responsabilità di ciò è di chi stabilisce i criteri della campagna vaccinale non del trentenne.

Invece, nel maldestro tentativo di sollevare una cortina fumogena sui risultati delle vaccinazioni, si è gettato in pasto a un’opinione pubblica esasperata la rappresentazione denigratoria di persone che, semplicemente, hanno agito nella legalità.  

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Credevamo che tra le ragioni della sostituzione di Conte con Draghi vi fosse anche la volontà di recuperare la sobrietà e il senso della misura cancellati della comunicazione populista di Conte e Casalino.

Ci eravamo sbagliati. A più un anno di distanza dall’inizio dell’emergenza siamo ancora al coronavirus portato dai runner.