Covid, ‘stampa colonialista’ e difesa dell’immagine dell’Isola: La lettera del presidente di Fipe Confcommercio Sud Sardegna Emanuele Frongia.
Dopo la recente escalation propagandistica neocolonialista a mezzo stampa, elaborata ad arte dal ‘giornalismo’ nazionale, il mondo delle imprese sarde scende in campo per la difesa dell’immagine della Sardegna, attraverso una lettera del presidente Fipe Confcommercio Sud Sardegna, Emanuele Frongia.
Una lettera accorata, di puro buon senso a contrasto della distorsione della realtà confezionata da redazioni incapaci di elaborare semplici dati statistici e, ancora, dove la deontologia della professione giornalistica è divenuta un principio demodè.
“Nelle ultime settimane – inizia così la missiva di Emanuele Frongia – dopo che molte persone al rientro dalle vacanze passate in Sardegna, si sono scoperte positive al virus Covid 19, si è scatenata a livello nazionale una polemica contro l’Isola. In particolare contro gli imprenditori che vengono accusati di aver fatto finta che il virus non esistesse, non rispettando tutte le regole imposte dalla legge e dal buonsenso per limitare il più possibile la diffusione del contagio. È ormai famoso il titolo apparso su uno dei principali quotidiani nazionali: ‘Virus, la Sardegna Spaventa’ seguito dalla pubblicazione di fotografie e video che ritraggono assembramenti di persone (prive di qualsiasi dispositivo di protezione) all’interno dei più noti locali della Costa Smeralda”.
“Oggi – si legge nella lettera – ci sentiamo obbligati ad intervenire per bloccare immediatamente il diffondersi di un’immagine assolutamente errata e distorta dell’imprenditoria isolana.
Sembra quasi superfluo dirlo, ma in realtà, forse, è necessario: la Sardegna non è solo la Costa Smeralda. Nell’isola, infatti, ci sono molte altre località a vocazione turistica dove arrivano persone da tutta Italia e tutta Europa, in cui, però, non si è affatto verificata la situazione di emergenza oggi oggetto delle cronache”.
“La ragione per cui il contagio non si è diffuso è che, contrariamente a quanto è stato affermato nelle ultime settimane, nella gran parte dell’isola, gli imprenditori, anche con grandi sacrifici economici, hanno adottato tutte le misure necessarie al contenimento del contagio, e si sono assunti il compito di assicurarsi che le regole venissero rispettate da tutti, dipendenti ed utenti compresi”.
“Questo vale (ci teniamo a precisarlo) anche per molti imprenditori del Nord Sardegna e della Costa Smeralda stessa: anche lì, infatti, la maggior parte dei gestori ha rispettato scrupolosamente le regole. Ci opponiamo fermamente al diffondersi di un’immagine distorta dell’imprenditoria isolana. Immagine che arreca un gravissimo danno ad un settore che è già stato messo fortemente in crisi dalla pandemia in corso, e che ora non può permettersi di scontare le colpe di pochi irresponsabili (imprenditori e turisti), che hanno trattato la nostra isola come un luogo in cui “dimenticare”, a discapito dei più, l’emergenza sanitaria in atto”.
“Il problema non è e non è stata l’Isola e non sono stati i suoi imprenditori, che continuano ad essere pronti (organizzati e preparati) ad accogliere i clienti, nel rispetto delle regole e nella garanzia della sicurezza e della salute di tutti”.