Covid, sicurezza e migranti.

Recentemente l’eurodeputato del gruppo Identità e Democrazia, Bernhard Zimniok, ha interrogato la Commissione europea sulle procedure di sicurezza previste per i migranti positivi al Covid-19 e sui costi derivanti dalla loro gestione, ricordando, ancora, il caso della Moby Zazà, nave di quarantena dove 28 richiedenti asilo sono risultati positivi al coronavirus, come riportato dai media tedeschi, e smistati su diverse barche, prima di essere prelevati da Sea-Watch 3, una nave appartenente all’organizzazione tedesca Sea-Watch”.

Come confermato dalla Commissione europea, attraverso la Commissaria Ylva Johansson “l’UE supporta gli Stati membri attraverso le risorse previste nel ‘Fondo Asilo, migrazione e integrazione’ e nel ‘Fondo Sicurezza interna’ ma essendo gli Stati membri i principali responsabili dell’attuazione dei programmi nazionali nell’ambito di questi 2 fondi, i dati sui costi sostenuti nel 2020 per la gestione sanitaria dei migranti sarà disponibile non prima del mese di febbraio 2021”.

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“Pertanto – ha aggiunto la Commissaria Johansson – la Commissione non è attualmente in grado di confermare quali costi siano collegati alla gestione dei migranti positivi al Covid-19 e non dispone dei dati sul numero totale di richiedenti asilo positivi al virus”.

Nonostante la materia sia di competenza dei singoli Stati membri la Commissione ha emanato delle linee guida su come garantire la continuità dell’asilo garantendo la protezione della salute delle persone e i diritti fondamentali.

La Commissaria ha inoltre aggiunto che gli “Stati membri di primo arrivo nell’UE (in particolare Grecia, Italia, Spagna, Malta e Cipro) hanno implementato misure di prevenzione e disinfezione all’interno dei centri di accoglienza, sulla base della valutazione del rischio e dei pareri scientifici, includendo strutture per l’isolamento, informazioni in diverse lingue, la ridistribuzione sul territorio e la quarantena per i nuovi arrivati”.

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Foto © European Union 2020 – Source : EP Emilie Gomez