Il compromesso dell’Eurogruppo. Vincitori e vinti
Un compromesso tra le posizioni del Nord e del Sud dell’Unione. Questa la conclusione della 48 ore di incontri (e soprattutto di scontri) che ha animato l’Eurogruppo dei ministri delle Finanze dell’Unione Europea. L’Olanda ha rinunciato alla pretesa di condizioni rigide per l’uso del Fondo salva-Stati, ma ha ottenuto di vincolarli solo alle spese sanitarie. Non ci saranno quindi gli Eurobond, mentre l’accesso alla linea di credito del Mes potrà essere usata solo per sostenere il finanziamento di spese sanitarie dirette o indirette, cura e costi della prevenzione collegata al Covid-19.
Il piano messo in campo è di circa 1000 miliardi di euro, provenienti dal Mes a condizioni più favorevoli di quelle previste attualmente (240 mld) dai prestiti della Banca Europea per gli Investimenti (200 mld) da SURE (100 mld) e 500 miliardi previsti nel piano di ripresa.
Un meeting asprò che ha richiesto la mediazione di Francia e Germania, rappresentate dai ministri delle Finanze Le Maire e Scholz.
Alla fine del meeting gli esponenti dei poli più distanti hanno espresso la propria soddisfazione, a partire dal ministro delle Finanze olandese Wopke Hoekstra, ‘capo banda’ del fronte dei Paesi del Nord Europa, che ha definito l’accomodamento scaturito dai lavori dell’Eurogruppo come un “Buon accordo, ma restiamo contrari agli Eurobond” e dal ministro Roberto Gualtieri che ha dichiarato che “Consegniamo al Consiglio europeo una proposta ambiziosa”.
Un approccio win-win che non ha trovato tutti d’accordo in Italia. Matteo Salvini ha annunciato una mozione di sfiducia al ministro Gualtieri, mentre Giorgia Meloni ha commentato l’accordo come “atto di alto tradimento verso il popolo italiano”. Eppure, parlando di Mes, il PDL del quale faceva parte approvò la Legge 23 luglio 2012 n. 116 ratificando il Trattato che istituì il Meccanismo Europeo di Stabilità (Mes) redatto a Bruxelles il 2 febbraio 2012.
La proposta dell’Eurogruppo sarà ripresa nel dettaglio il 23 aprile durante il meeting del Consiglio Europeo che vedrà la partecipazione dei 27 capi di Stato dell’Unione. A loro toccherà l’onere di lavorare anche sui dettagli del Fondo per la Ripresa da 500 miliardi.
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