Covid-19, in Italia il 17,8% delle infezioni è dovuto alla ‘variante inglese’.

Secondo una recente indagine dell’ISS, l’Istituto Superiore di Sanità, nel nostro Paese, così come nel resto d’Europa, la circolazione della variante inglese sarebbe da considerarsi come sostenuta.

A livello nazionale la stima di prevalenza della cosiddetta ‘variante inglese’ del Covid-19 è risultata essere pari a 17,8%. Per l’indagine è stato chiesto ai laboratori delle Regioni e Province autonome di selezionare dei sottocampioni di casi positivi e di sequenziare il genoma del virus, secondo le modalità descritte nella circolare del ministero della Salute dello scorso 8 febbraio.

I campioni analizzati sono stati in totale 852 per 82 laboratori, provenienti da 16 regioni e province autonome, ripartiti in base alla popolazione. Il risultato medio è in linea con quello di altre survey condotte in Europa. Il range di prevalenze sembra suggerire una diversa maturità della sub-epidemia determinata probabilmente da differenze nella data di introduzione della variante stessa. È presumibile pertanto che tali differenze vadano ad appiattirsi nel corso del tempo.

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Nei prossimi giorni l’indagine sarà ripetuta, per verificare la velocità di diffusione della nuova variante. Il virus muta continuamente e sono già state isolate centinaia di varianti, anche se la maggior parte di queste non cambia le caratteristiche del virus.