Costruzioni, Pelazzi: “Accesso al credito principale ostacolo per lo sviluppo del settore”.

“I prezzi delle case nuove stanno aumentando (+5,4% nel primo trimestre) e ciò avviene in un contesto di calo anche dei volumi di compravendita: -8,3% la flessione annua registrata nel primo trimestre 2023, dopo il -2,1% del trimestre precedente. I dati Istat sulla produzione nelle costruzioni, diffusi oggi, sono inequivocabili e indicano una situazione nel comparto che, come evidenziano anche Ance e Confindustria, continua a peggiorare”.

Lo dichiara Giovanni Pelazzi, Presidente di Argenta SOA, nell’analizzare gli ultimi dati Istat relativi all’edilizia italiana.

“Nel secondo trimestre – spiega Pelazzi – si va verso un calo della produzione nelle costruzioni superiore al 3 per cento rispetto al primo. Un dato che riflette le crescenti difficoltà di finanziamento di imprese e famiglie, con queste ultime che rinunciano a investire nell’abitazione (acquisti e ristrutturazioni) nell’attesa che la situazione economica generale si normalizzi. Questa situazione, secondo le imprese che hanno aderito all’indagine da noi condotta nei mesi scorsi, è vista in peggioramento anche a causa delle più stringenti condizioni per ottenere prestiti, oltre che per la minore disponibilità delle banche ad accordarli, seppure a un costo più alto. In prospettiva, questo rappresenta il problema più grave per lo sviluppo del settore edile e bisogna monitorarlo attentamente”.

“Il PNRR – prosegue – potrà avere un effetto molto forte sul settore delle costruzioni. Stando alle valutazioni originarie, secondo stime Ance-Confindustria impattava per circa 108 miliardi di euro (sui 222 totali), di cui 42,9 miliardi per i progetti in essere e 65,1 per nuovi progetti. Questi numeri ora andranno aggiornati tenendo conto delle  possibili rimodulazioni”.

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A confermare quanto emerge dai dati dell’Istat, i risultati della survey condotta trimestralmente dal Centro Studi di Argenta SOA su un campione circa di circa duemila e duecento imprese di tutte le dimensioni e di tutti i settori della filiera: costruzioni, infissi, carpenteria, impiantistica e servizi ambientali. L’indagine mostra come per il 35 per cento delle imprese intervistate da Argenta Soa i problemi di liquidità e costo elevato del credito rappresentano un forte freno in grado di limitare l’operatività. Invece il 30 per cento lamenta la carenza di personale qualificato; il 20 per cento gli effetti ritardati del passato aumento del costo dell’energia che ha ridotto margini e circolante delle imprese; il 10 per cento l’aumento dei costi delle materie prime e solo il 5 per cento la scarsità di materiali.

“Avevamo già acceso un anno fa – dichiara Pelazzi – i riflettori sui rischi per le imprese e la filiera delle costruzioni dovuti all’aumento del costo del credito. Servono interventi a supporto dei bilanci delle aziende e delle famiglie i cui costi dei mutui sono quasi quintuplicati nell’ultimo anno. Assistiamo da tempo ad un calo progressivo di interventi di nuove costruzioni. Soprattutto abitazioni per il cosiddetto “ceto medio”. Anche il settore delle costruzioni soffre la carenza di personale qualificato: l’aumento della domanda di lavoro – dovuta sia agli incentivi sia all’implementazione delle misure del PNRR – unita al pensionamento dei cosiddetti “baby boomers” sta mettendo in difficoltà il settore edile che, tra l’altro, attrae di meno i giovani”.

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Dall’analisi di Argenta SOA sul sentiment emerge come solo per il 21 per cento delle imprese intervistate la situazione per il settore nel 2023 migliorerà, per il 36 per cento peggiorerà e per il 43 per cento resterà stabile. “A condizionare l’opinione delle imprese – spiega Pelazzi –  anche le scelte e i cambiamenti normativi dei governi sul cosiddetto Superbonus del 110 per cento”.

Solo per il 31 per cento delle imprese il  giudizio sulla decisione  del Governo di bloccare il Bonus del 110 per cento è positivo; è negativo per il 66 per cento mentre solo il 3 per cento non esprime una valutazione.

“Un dato emblematico è che solo il 17 per cento delle imprese intervistate valuta con interesse lavori da realizzare a privati che beneficiano dei  bonus edilizi, rispetto ad un 83 per cento che ne dà un giudizio negativo. Per il 58 per cento delle aziende i ritardi dei pagamenti e i crediti incagliati stanno rallentando i piani di crescita rispetto ad un 42 per cento che crede il contrario”.

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Pelazzi continua l’analisi: “Il susseguirsi di incertezze e di speranze che ha animato il dibattito nei primi mesi dell’anno intorno alla questione del Superbonus e della cessione dei crediti evidentemente ha spaventato le famiglie e frenato la domanda, anche a causa del forte aumento del costo del credito per l’acquisto di abitazioni e per finanziare i lavori edili.
Si potrebbe trattare di una pausa temporanea, visto che le valutazioni degli imprenditori del settore sugli ordini e sui piani di produzione sono in miglioramento per il trimestre primaverile. Tuttavia, bisogna anche tenere conto che sul “nuovo” le difficoltà sono destinate a rimanere almeno per il resto dell’anno, ovvero fino a quando il costo del credito per le famiglie e le imprese non scenderà. Tenuto conto delle prospettive di crescita dei tassi BCE anche nei prossimi mesi, difficilmente il mercato potrà ripartire in maniera vivace prima di uno o forse anche due anni”.

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