Corridoio di Lachin, l’Eurocamera condanna Baku.

Attraverso una risoluzione votata dall’Eurocamera, il Parlamento europeo ha condannato il blocco azero della strada lungo il corridoio di Lachin, ovvero l’unico collegamento tra il Nagorno Karabakh e l’Armenia.

Una valutazione incontrovertibile quella del Parlamento europeo verso l’azione perpetrata dal governo di Baku: “Il Parlamento deplora le tragiche conseguenze umanitarie provocate dal blocco del corridoio di Lachin e dal conflitto del Nagorno-Karabakh ed esorta l’Azerbaigian a rispettare e attuare la dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020 e a riaprire immediatamente il corridoio di Lachin per consentire la libertà di circolazione e assicurare l’accesso a beni e servizi essenziali, garantendo in tal modo la sicurezza nella regione e salvaguardando i mezzi di sussistenza dei residenti”.

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Nel provvedimento anche l’invito all’Esecutivo Aliyev a “tutelare i diritti degli armeni che vivono in Nagorno-Karabakh” e, ancora, “ad astenersi dalla sua retorica incendiaria volta a fomentare la discriminazione nei confronti degli armeni e a incalzare questi ultimi a lasciare il Nagorno-Karabakh”.

Conclusioni decisamente forti anche quelle riservate contro la persecuzione dei promotori dei diritti umani: “Condanniamo fermamente il fatto che i difensori dei diritti umani e le organizzazioni della società civile siano usati dall’Azerbaigian come capro espiatorio e invita le rappresentanze dell’UE e degli Stati membri a sostenere il loro lavoro”. Stigmatizziata anche l’inazione delle “forze di pace” russe, per le quali l’eurocamera ha chiesto la sostituzione con le forze internazionali dell’OSCE nel quadro di un nuovo mandato delle Nazioni Unite.

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Ad accogliere positivamente la pronuncia del Parlamento europeo è stato il Consiglio per la comunità armena di Roma: “Esprime grande soddisfazione per la votazione al parlamento europeo. La criminale politica dell’Azerbaigian che dal 12 dicembre scorso ha isolato la regione armena spingendo sull’orlo di una crisi umanitaria 120.000 persone è stata duramente stigmatizzata dai parlamentari europei che hanno altresì denunciato il taglio delle forniture di gas, elettricità e connessione internet”.

Un voto che esprime, secondo la comunità, “un chiaro messaggio a quelle istituzioni europee e internazionali che, per mera opportunità economica, stanno avallando la politica di Aliyev, definito “partner affidabile” dalla presidente von der Leyen”.

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