Corruzione, gli eurodeputati spingono per una maggiore trasparenza.
I viaggi pagati da Paesi terzi dovrebbero essere soggetti ad approvazione preventiva e maggiori requisiti di trasparenza per le ONG. Sono questi i due principali punti della risoluzione approvata dal Parlamento europeo per il contrasto alla corruzione all’interno dell’Eurocamera.
Aula che dovrebbe dotarsi anche di un organismo etico indipendente dall’UE in modo da assicurare la cosiddetta “tolleranza zero nei confronti della corruzione sotto qualsiasi forma e a qualsiasi livello”, come richiesto a gran voce dopo il Qatargate.
Nella risoluzione, adottata con 401 voti favorevoli, 3 contrari e 133 astensioni, si elencano le aree in cui sono necessari ulteriori miglioramenti, a partire dall’attuazione del Codice di condotta, l’introduzione di un maggior numero di attività sanzionabili, il divieto di qualsiasi attività retribuita che possa creare un conflitto di interessi con il mandato da deputato, l’approvazione per i viaggi pagati da Paesi terzi e una verifica supplementare per gli assistenti dei deputati e per il personale che lavora in settori politici sensibili, in particolare negli affari esteri, nella sicurezza e nella difesa.
Prevista anche la riforma del Comitato consultivo sulla condotta dei deputati per permettergli di controllare i deputati proattivamente e svolgere i compiti dell’Organo etico indipendente dell’UE fino alla sua istituzione, la pubbicazione delle dichiarazioni patrimoniali dei deputati all’inizio e alla fine di ogni mandato, risorse adeguate per il Registro per la trasparenza per verificare l’esattezza delle informazioni pubblicate e, infine, requisiti di trasparenza più severi per le ONG.
La risoluzione sull’istituzione di un Organismo europeo indipendente è stata adottata con 388 voti favorevoli, 72 contrari e 76 astensioni.
Tale organismo dovrà distinguere chiaramente fra atti criminali, violazioni delle norme istituzionali e comportamenti non etici e svolgere un ruolo chiave nella protezione degli informatori all’interno delle istituzioni europee, lavorando in modo complementare con altri organismi dell’UE come l’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF), la Procura europea (EPPO), il Mediatore europeo e la Corte dei conti europea.
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