Consiglio regionale. Tutti d’accordo per “l’estensione allargata” per il collocamento del personale dei gruppi politici.

Sull’approvazione della Proposta di legge 28, avvenuta oggi in Consiglio regionale, difficilmente, come spesso si rileva nella quotidiana “dialettica politica”, si assisterà al cosiddetto lancio di accuse tra maggioranza e opposizione circa l’opportunità politica dell’azione del Legislatore sardo.

Una circostanza anomala che non dovrebbe sorprendere più di tanto dato che la stessa Pl reca tra i firmatari i nomi di tutti i capigruppo dei partiti in Consiglio regionale e che lo stesso articolo 2, inerente al personale dei gruppi consiliari, ha registrato anche il via libera ad un emendamento aggiuntivo (firmato da Gianni Chessa del gruppo Misto), con il quale, per effetto dell’approvazione, si uniformerà la disciplina degli incarichi fiduciari di diretta collaborazione dell’organo politico della Regione con quelli, appunto del Consiglio regionale, consentendo alle due tipologie di contratto previste al momento (a tempo determinato e in comando) anche la possibilità di attivare altre forme contrattuali di natura flessibile.

L'emendamento all'articolo 2 della Pl 82
L’emendamento all’articolo 2 della Pl 82

Si amplia, così e di fatto, la già ampia discrezionalità dei gruppi politici in Consiglio regionale per la selezione del proprio personale. Forza lavoro, come spesso rilevato nell’ultima Legislatura, “diversamente competente” per usare un eufemismo nelle diverse materie oggetto dell’attività legislativa dei consiglieri e delle consigliere dell’Aula parlamentare sarda. Una realtà di fatto, come registrato nella precedente legislatura, che ha dato i natali a diverse proposte di legge spesso non allineate alla normativa nazionale (come non ricordare, per esempio, quella sulla tutela dei prodotti sardi…) e impugnate dallo stesso Governo nazionale perchè – giusto per citare le fattispecie più ricorrenti citate in occasione delle impugnazioni dell’Esecutivo Nazionale -, in contrasto con la normativa statale e il principio di uguaglianza.

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Un processo, la selezione dei dipendenti dei gruppi politici, nato invece per supportare l’attività legislativa dei consiglieri e delle consigliere, piuttosto di premiare i portatore di voti e chi “ha dato una mano” per l’elezione.

Di fatto, volendo ragionare in termini di prospettiva su quello che potrebbe riservare il prossimo futuro, dei 120 contratti a tempo determinato stipulati nell’ultima Legislatura, i soggetti assunti nei gruppi consiliari sono risultati spesso privi di titoli di studio adeguati e con scarse competenze informatiche, al punto da chiamare in causa gli stessi dipendenti del Consiglio (quelli che un vero e proprio concorso pubblico lo hanno superato) obbligati a supplire ai gap di questa “forza lavoro” “diversamente capace” in materia di scrittura di provvedimenti legislativi e, in generale, di sostenere l’attività (parliamo di quella legislativa) dei rappresentanti dell’Aula parlamentare sarda. Insomma, volendo semplificare, nel corso della XVI Legislatura l’impiego di soggetti senza arte né parte ha rappresentanto molto più di un semplice esperimento di collocamento…

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Una approvazione, questa della Pl 28, che, grazie al can can creato dal tema dell’assalto al territorio e delle energie rinnovabili – ricordiamolo, temi strategici e di grande opportunità -, è passata stranamente inosservata dalle parti della comunicazione istituzionale dei vari partiti in Consiglio regionale e che sembrerebbe orientata ad andare “politicamente” oltre le norme attuali al fine di promuovere l’ennesimo deprimente intervento di collocamento mirato in via Roma: in perfetta continuità con il passato.

Per togliersi ogni dubbio, circa l’obiettivo del nuovo provvedimento legislativo, basterà attendere i prossimi tempi, quando, al termine del monitoraggio sulle assunzioni e sui profili curriculari dei futuri dipendenti dei gruppi consiliari emergeranno, anche in questa Legislatura, i cosiddetti “scappati di casa”.

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