Consiglio regionale Sardegna. In 3 mesi le commissioni hanno lavorato 89 ore.

Dato il divieto di accesso ai giornalisti alle riunioni dei parlamentini (così le definiscono le commissioni permanenti del Consiglio regionale), se non per qualche “fugace” giro fotografico, per conoscere il minutaggio sulle performance delle 6 commissioni permanenti dell’Aula, bisogna fidarsi degli ultimi dati pubblicati (quando va bene) nel sito del Consiglio regionale della Sardegna.

Numeri, 89 ore e 33 minuti spalmate in 53 sedute, in controtendenza rispetto alla necessità di dare “risposte alle emergenze del popolo sardo”, come più volte espressa, se non urlata, nel corso dell’ultima campagna elettorale.

Palma d’oro – se si può attribuire in questi casi – alla Quinta commissione al lavoro, negli ultimi 3 mesi, per 26 ore e 37 minuti. Me coj*** potrebbe dire qulcuno dalle parti della “Città Eterna”…

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Seconda posizione (ma c’è poco di cui vantarsi) per i commissari e le commissarie della Quarta commissione, al lavoro per 18 ore e 12 minuti nelle uniche 11 sedute calendarizzate nel periodo maggio-luglio 2024.

Minutaggio che si fa via via più imbarazzante (non solo per la presenza di taluni esponenti dell’Aula), nella Sesta commissione (14 ore e 12 minuti con il “deretano” nelle poltrone dei parlamentini), la Terza commissione (13 ore e 49 minuti di lavoro… se così si può definire), la Seconda commissione che, con le poche 11 ore e 1 minuto di sedute, ci ricorda perchè i giovani continuano a lasciare l’isola o a non trovare ampi spazi di inclusione nella comunità locale sarda.

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Fanalino di coda in questa triste classifica, che certifica la scarsità di effort nell’avviamento di questa nuova Legislatura, la XVII, è la Prima commissione (con competenza sull’Autonomia e l’Ordinamento regionale), con 5 ore e 42 minuti di “incontri”. Sembrerebbe, quindi, che l’autonomia e l’ordinamento regionale, anche a “questo giro”, continueranno a non essere delle hard issues. Insomma, contrariamente alle note elettorali condivise dagli attuali esponenti della maggioranza, l’attuale impianto regionale (vetusto per usare un eufemismo), dobbiamo tenercelo stretto!

Se si considerano, però, gli interventi dei rappresentanti del mondo della società civile ed economica, il minutaggio, condiviso dai dipendenti del Consiglio regionale della Sardegna, non può che ridursi drasticamente.

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Ma, ricordando che ai giornalisti non è concesso seguire i lavori delle commissioni permanenti, nessuna “reale” stima può essere divulgata con contezza.

Minutaggio, infine, che non può che considerarsi ridicolo e alla stregua dell’attuale corpo dei dipendenti dei gruppi politici in Consiglio regionale che, in materia di supporto all’attività legislativa, lasciano molto a desiderare per usare un eufemismo.