Consiglio regionale: respinta la mozione di sfiducia al presidente della Regione Cristhian Solinas.

La mozione n. 361, come ampiamente previsto guardando ai numeri della maggioranza, non ha provocato alcun terremoto politico all’interno della Giunta regionale. Il provvedimento, respinto dal Consiglio con 34 voti contrari, 19 favorevoli e 1 astenuto (il voto del Presidente Solinas) allontana oltremodo la già remota ipotesi di una nuova campagna elettorale regionale.

Consiglio regionale Sardegna, foto Sardegnagol riproduzione riservata 2020
Consiglio regionale Sardegna, foto Sardegnagol riproduzione riservata 2020

Una giornata particolarmente tesa, aperta dal Presidente del Consiglio, Michele Pais, che ha voluto esprimere la propria amarezza per i recenti fatti che hanno coinvolto l’Assemblea legislativa della Sardegna, in particolare per il tenore informativo di alcuni programmi d’inchiesta giornalistica che cosa abbastanza inusuale per la televisione generalista italiana, hanno puntato i riflettori sulla gestione dell’emergenza sanitaria in Sardegna, focalizzandosi sulla tanto criticata riapertura delle discoteche nell’Isola.

“Non è tollerabile e non è accettabile che qualcuno possa affermare, riferendosi alla Sardegna, alle Istituzioni sarde e all’Assemblea legislativa della Sardegna che l’umanità viene distrutta dal politico incosciente senza principi e dallo scienziato senza umanità. Questo non è consentito a nessuno. Un fatto che deve creare indignazione assoluta fuori da quest’aula, ma soprattutto in quest’aula”. Il presidente ha poi aggiunto che “queste frasi sono sterili, inutili e, soprattutto, offensive nei confronti di una Sardegna che è stata dipinta come terra degli untori mentre invece è stata contagiata. Dico questo perché devo difendere l’autonomia del Consiglio regionale della Sardegna e le prerogative di tutti i consiglieri di maggioranza e di opposizione che esprimono il loro voto in maniera libera. Il Consiglio regionale ascolta tutti, ma non subisce alcuna pressione. Questo è un fatto che noi dobbiamo ripeterci perché lo dobbiamo alla integrità e all’onorabilità delle Istituzioni nei confronti dei sardi che rappresentiamo”.

Il presidente ha poi dato la parola al primo firmatario della Mozione. Michele Ciusa (M5S) ha sottolineato il difficile momento della nostra regione, ricordando che “che sono giorni di grande sofferenza per la Sardegna in cui i contagi Covid nell’ultimo mese hanno superato i 10.000: “Questa estate, quando i contagi erano molto più bassi, la comunità scientifica è sempre stata chiara nel dire che l’esperienza dolorosa dei mesi di marzo e aprile non sarebbe stata l’unica di quest’anno e che era necessario prepararsi al meglio per la stagione autunnale-invernale. Cosa che peraltro voi – rivolgendosi alla maggiornaza – non avete fatto e questo è sotto gli occhi di tutti: avete sottovalutato la seconda ondata in maniera clamorosa, gli ospedali della Sardegna sono in ginocchio, le file delle ambulanza fuori dai pronto soccorso della Sardegna sono il simbolo della totale mancanza organizzativa. Questa – ha aggiunto Michele Ciusa – è la reale situazione ma per voi va sempre tutto bene, anzi per voi bisogna evitare gli allarmismi. Avete pensato alle poltrone della sanità invece di tutelare i sardi dal Covid”.

Il primo firmatario della mozione ha poi spiegato che, da parte del presidente sono venuti meno il senso di responsabilità, la trasparenza e la fiducia, evidenziando il gap di credibilità sulla vicenda del parere del Cts del 6 agosto: “Se lei – rivolgendosi al Governatore Solinas – ha assunto in prima persona la decisione della riapertura discoteca mi domando su quali basi ha compiuto questa scelta personale, visto che in quei giorni in Sardegna, a Carloforte, era scoppiato un cluster proprio a causa di una serata in discoteca, con 21 contagiati e 100 persone in isolamento”.

E quindi intervenuto il presidente della Commissione Salute, Domenico Gallus (Udc  Cambiamo) che ha sottolineato l’infondatezza delle tesi sostenute dalla mozione, affermando che bisogna contestualizzare le decisioni e non decontestualizzarle come “gli estensori della mozione surrettiziamente vorrebbero”.

“L’ordinanza – per il consigliere dell’Udc – fu adottata in giorni in cui si pensava che ormai il virus fosse in qualche modo attenuato, per lo meno nella sua fase più acuta di carica virale contagiosa. “Tutta la letteratura scientifica e la narrazione del momento concordavano  sul fatto che un’eventuale ripresa del contagio fosse da mettere in conto, ma non preoccupante come quella appena passata, in quanto ritenuta più che altro fisiologica. In quei giorni si incoraggiava una graduale ripresa delle attività  socioeconomiche e di ripresa della vita normale. “Nessuno sino ad oggi aveva messo in dubbio la correttezza delle ordinanze di riapertura delle discoteche”, ha detto, “la questione è tornata di attualità non già per un revisionismo tipico di esponenti del centrosinistra sulla loro posizione favorevole, espressa nell’ordine del giorno del 11 agosto, ma per il servizio di Report andato in onda su Rai 3. Un servizio non ispirato certo all’informazione corretta, indipendente, pluralista e imparziale, che ha reso un pessimo servizio alla Sardegna e ai sardi”. 

Gallus ha ricordato che quando è stata emanata l’ordinanza l’ RT della Sardegna era tra i più bassi d’Italia e che l’ordinanza di riapertura conteneva l’obbligo per i gestori delle discoteche di osservare  tutte le disposizioni ministeriali circa la prevenzione del contagio del coronavirus: “Il Parlamento sardo si è espresso all’unanimità dando mandato al presidente la Giunta regionale di predisporre un’ordinanza che consentisse l’apertura delle discoteche in Sardegna nel periodo di maggior presenza dei turisti, anche per poter esercitare un puntuale monitoraggio sui frequentatori delle notti estive, piuttosto che saperli esposti ad assembramenti fuori controllo in luoghi privati, piazze e spiagge”.

Il presidente della Commissione Sanità ha anche ricordato la richiesta del presidente Solinas di tutelare l’Isola dall’ingresso dei possibili soggetti positivi al virus attraverso lo strumento del cosiddetto “passaporto sanitario”, contrastato da ambienti sanitari, dal Governo e da esponenti del centrosinistra nazionale. Nessuna pressione è stata esercitata sul Consiglio regionale e sul presidente regionale, ha proseguito. “Colpisce tuttavia in tutta questa vicenda surreale che non si sia levata da parte dei presentatori della mozione una sola voce se non di sdegno almeno di presa di distanze dal fatto che nel servizio di Report la Sardegna e i sardi sono passati come un popolo di untori”, ha affermato Gallus, aggiungendo che le stesse attenzioni non sono state riservate ad altre regioni, che hanno aperto le discoteche questa estate.

Francesco Mura, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha giudicato quello dell’opposizione un attacco che non rientra nella normale critica politica, perché non rispetta la sicurezza, l’onorabilità delle persone e della loro professionalità e mina la credibilità di tutto il popolo sardo. Per Mura la voglia di rivalsa per la sconfitta elettorale ha portato un danno enorme alla Sardegna e ai sardi: “Abbiate la coscienza – ha detto –  di chiedere scusa a noi e ai sardi soprattutto per aver costruito comunicativamente, con una violenza inaudita contro la Sardegna, un’azione che non ha niente di politico ma è dannosa per tutti quanti.  Un’azione comunicativa costruita sul nulla, su un’ordinanza che ha avuto un valore per quattro giorni e che ha inciso pochissimo sul contagio”.

Per Roberto Deriu (Pd) il problema del presidente Solinas sarà ottenere la nuova fiducia da parte della sua maggioranza “a trazione leghista”. Una fiducia “che la renderà prigioniero dell’immobilismo politico nel declino economico e del marasma amministrativo che caratterizzano questa recente fase della storia autonomistica”. Deriu ha aggiunto che la struttura genetica di questa maggioranza è regolata dalle leggi della giungla e “dalla giungla, dal caos di questa maggioranza vengono infatti gli imbarazzanti rumori mediatici dei giorni scorsi” e non “dai complotti caserecci, evocati dal collega Francesco Mura”.

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Ha preso poi la parola l’on. Li Gioi (Movimento Cinque stelle): “Sapevamo che aprendo troppo avremmo ammazzato la Sardegna, non volevamo rischiare sulle vite umane. Mi chiedo quale sia il senso di tutto questo, di tutte queste parole che ho sentito pronunciare da un capogruppo di maggioranza a un giornalista. Il problema poi è che questa non è casa di nessuno di noi e nemmeno è casa del presidente della Regione. Siamo stati costretti a presentare questa mozione di sfiducia davanti a questa colossale dimostrazione di inadeguatezza da parte vostra. E non parlo del Comitato tecnico scientifico, che ha perso ogni giorno un pezzo”.

Per il sardista Stefano Schirru “la prudenza a volte è una valore troppo vicino alla viltà e faccio questa premessa perché raramente ho letto una mozione così male argomentata, peggio di certe trasmissioni giacobine di Rai 3. Una mozione che ci costringe a dare del consiglio regionale una immagine pessima. In Sardegna come in Italia e nel mondo siamo di fronte a una pandemia i cui contorni non sono chiari ai professori e agli addetti ai lavori: non sono i ricchi cattivi ad aver sputazzato il virus addosso ai poveri sardi in cambio di spiccioli”. Nel finale del suo intervento Schirru ha chiosato contro una presunta contrapposizione tra abbienti e meno abbienti promossa da una riconoscibile parte politica: “Dietro i locali della Costa Smeralda, come li chiamano i miei colleghi giacobini, ci sono discoteche ma anche alberghi, noleggi, porti e ristoranti. C’è una economia e bene ha fatto il presidente Solinas a considerare tutto l’insieme”.

Stefano Schirru, foto Sardegnagol, riproduzione riservata 2020
Stefano Schirru, foto Sardegnagol, riproduzione riservata 2020

Per i Progressisti Maria Laura Orrù ha ricordato, rivolgendosi alla maggioranza, che “I sardi che vi avevano votato e io con loro hanno perso la fiducia nei vostri confronti ed è per questo che sostengo questa mozione di sfiducia. La responsabilità politica è tutta di chi ha firmato l’ordinanza che ha consentito ad agosto la riapertura delle discoteche. E’ necessario affrontare una volta per tutte questa emergenza, partendo da dati certi. Dobbiamo evitare in futuro di chiudere altri reparti, perché oltre al Covid ci sono le altre patologie e ci sono lunghissime liste d’attesa. Siamo sinceri: per noi oggi è molto difficile venirvi incontro perché state affrontando questa emergenza con impreparazione e servilismo mai visti nella storia della autonomia. E’ invece questo il momento di cavalcare l’onda di una rinascita, perché i soldi ci sono e serve reperirli e spenderli”.

Intervento seguito da quello di Alessandro Solinas (Movimento Cinque stelle): “Ciò che succede oggi  è la naturale evoluzione del modo di fare che avete adottato sin dall’insediamento. Abbiamo ricevuto da parte vostra accuse di allarmismo, le stesse che hanno ricevuto i sindaci. Ma il vero allarme è di chi è chiuso a casa, attende un tampone e nessuno gli risponde. Nessuno gli dà l’esito di un esame. Non mi stupisce in nessun modo che dietro l’ordinanza di riapertura delle discoteche ci siano state le pressioni di chi ha società costruite con scatole cinesi e tiene i capitali all’estero. La Sardegna vive un dramma senza precedenti ma nessuno può pensare che la  classe politica che la dirige non abbia enormi responsabilità. Lo vedremo alle prossime elezioni, al di là dell’esito di questa mozione”.

Per la Lega Andrea Piras ha evidenziato che “sarebbe bastato che l’opposizione avesse dato via libera ai certificati di negatività per i turisti in arrivo in Sardegna. E allora l’opposizione sarebbe stata credibile. Ma non lo ha fatto e non è credibile. Ci sono altre 17 regioni che hanno aperto le discoteche, anche ben prima della Sardegna. Perché non diciamo questo? Perché non diciamo che il viceministro della Sanità era favorevole alla riapertura e lo ha detto chiaramente a Radio 24? Qui siamo davanti a una macchina della fango: prima di essere politici siamo sardi e abbiamo il dovere di difendere la Sardegna”.

A nome di Leu ha preso la parola l’on. Eugenio Lai, che ha detto: “In altri tempi non ci sarebbe stato bisogno di una mozione di sfiducia per invitare il presidente della Regione ad essere trasparente sui dati di una pandemia. Altro che costringerci a una richiesta di accesso agli atti, alla quale non avete nemmeno dato risposta. Con le vostre decisioni superficiali avete consentito al virus di correre dentro l’Isola e di rovinare ancora di più l’economia delle imprese sarde. Non quella delle società off shore di cui vi siete invece assai preoccupati. Chiedete ai sardi cosa pensano della vostra gestione sanitaria e non ci sarà bisogno di una mozione di sfiducia come la nostra”.

Dai banchi della maggioranza il leghista Pierluigi Saiu ha parlato “dell’imbarazzo di alcuni colleghi” ricordando che “nel momento più duro della pandemia le forze di opposizione chiedono una nuova campagna elettorale. Per questi colleghi la soluzione per affrontare questa emergenza è una nuova campagna elettorale, sono nuove elezioni”.

Per il Pd Valter Piscedda ha puntualizzato che la mozione non è un atto indirizzato al Presidente Solinas, ma a tutta la Giunta, con un particolare focus sull’assessorato alla Sanità: “Stia tranquillo presidente, non è il solo ad essere sfiduciato. La sfiducia è anche verso tutta la Giunta e in particolare verso l’assessore alla Sanità, tanto che si deve supplire con i medici militari e nemmeno loro bastano.  Dal nostro punto di vista voi non state rispondendo nel modo giusto verso una pandemia che obiettivamente è un problema affrontare per tutti. La nostra disponibilità a dare una mano – ha aggiunto Piscedda – è caduta nel vuoto. Sappiamo benissimo che se questa richiesta fosse accolta andremmo a casa pure noi ma io penso che voi della Lega siate un incidente politico della Sardegna e i sardi oggi non vi voterebbero più perché questo governo regionale a trazione sardo leghista fa rizzare i capelli ai sardi. Se il prezzo da pagare per liberare la Sardegna da questo incidente sardo leghista è tornare a casa, bene, noi lo facciamo volentieri”.

Il consigliere Piero Comandini (Pd) dopo aver annunciato il suo voto favorevole alla mozione di sfiducia, ha chiarito che l’orientamento suo e del suo partito non dipende dai contenuti dell’inchiesta di Report mandata in onda su Rai 3: “Da quando il Covid è arrivato in Sardegna abbiamo sempre dato la nostra disponibilità a ragionare insieme e a costituire una cabina di regia come è stato fatto in altre regioni. La nostra disponibilità è però caduta nel vuoto – ha detto Comandini – si è preferito individuare un nemico nel governo nazionale.  Avete deciso di andare da soli”. L’esponente del Pd ha poi affrontato la questione relativa alla riapertura delle discoteche decisa dalla Giunta: “L’altra ragione per cui voterò a favore della mozione sta in una sola parola: “acquisito”. Quando lei scrive di aver acquisito il parere del Comitato scientifico per l’ordinanza dell’11 agosto dice qualcosa di non vero – ha detto Comandini rivolgendosi al presidente Solinas – quel parere non esiste, se così fosse perché il 12 agosto non ce lo avete fornito nonostante le nostre pressanti richieste? Quel parere non lo abbiamo mai visto. Perché salta fuori solo dopo la trasmissione di Report? Voi avete la responsabilità politica di tutto questo: avete causato troppi danni economici e morali alla Sardegna e avete detto troppe bugie”.

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Per Massimo Zedda (Progressisti) “la seduta di oggi non è stata convocata perché il presidente della Regione ha sentito il bisogno di chiarire con il Consiglio le tante vicende legate al coronavirus, ma solo dopo che bravi professionisti dell’informazione  hanno raccontato in tv la verità”. Per il consigliere dei Progressisti sono state dette dal Presidente della Regione e dalla sua giunta troppe bugie su posti letto, sui vaccini, sulle terapie intensive, sulle assunzioni che non sono state mai fatte: “Nessuna comunicazione neanche riguardo al comitato tecnico scientifico che non esiste più e  sui  protocolli attivati tra la Regione e i medici privati. Inoltre, questa Giunta, ha messo il bavaglio al personale sanitario che deve  lavorare in condizioni drammatiche ma deve tacere e non deve rilasciare dichiarazioni o comparire nei social. La settimana scorsa – ha ricordato Massimo Zedda – il Presidente ha anche silenziato i microfoni, impedendo durante una conferenza stampa, ai giornalisti di fare domande. La conclusione è uno sola: il Presidente Solinas non vuole il  confronto, mente perfino alla sua stessa  maggioranza,  non governa certo in maniera trasparente e emana provvedimenti che crea solo un poltronificio”.  

Michele Ennas (Lega) ha detto che questa mozione è mera propaganda: “Cosa c’è – ha chiesto –  di più irresponsabile, in questo momento di emergenza, di essere lasciati senza un governo regionale? Cosa accadrebbe se oggi sfiduciassimo il Presidente della Regione? Trasformare l’aula del Consiglio in un grande teatro, in un bluff non è accettabile, per rispetto di chi lavora e di chi sta affrontando l’emergenza.  Ennas ha parlato di grande ipocrisia tra quello che avviene qui e quello che avviene a livello nazionale”.

Alla ripresa pomeridiana il presidente Pais ha dato subito la parola al capogruppo di Leu, Daniele Cocco: “Continuano ad arrivarmi messaggi da pazienti e medici – ha esordito Cocco – persone che non riescono a trovare risposte. Un medico ieri mi ha chiamato da Oristano per segnalare la situazione di un paziente intubato che non si riusciva a trasferire in terapia intensiva”. Sulla mozione di sfiducia, l’esponente della minoranza è stato chiaro: “Sappiamo bene che sarà respinta ma è lo strumento per parlare dei problemi della sanità. Voglio approfittare di questa occasione per affrontare i problemi. Sto ripetendo da tempo che ai comuni non arrivano le comunicazioni dei soggetti positivi. Ciò significa che i sindaci non sono in grado di avviare le procedure per mettere in sicurezza i propri cittadini. In questo modo la catena di contagio non si può interrompere”.

Ha quindi preso la parola il consigliere Fausto Piga che, a nome del gruppo di Fratelli d’Italia, ha difeso l’operato della Giunta: “Il presidente Solinas è stato tra i più prudenti, fin dall’inizio della pandemia ha chiesto la chiusura di porti e aeroporti. Il governo ha impugnato l’ordinanza sollevando problemi di incostituzionalità, ma la vera ragione era dettata dal fatto che qui governa una maggioranza di centrodestra”.

Sulla riapertura delle discoteche dello scorso agosto, il consigliere di Fratelli d’Italia ha parlato di “tempesta in un bicchier d’acqua. Un caso mediatico creato per dipingere la Sardegna come untrice del Covid quando invece siamo tra le regioni più sane d’Italia. Il 7 agosto Conte ha pubblicato un Dpcm nel quale delegava le regioni sulle aperture delle discoteche. La stragrande maggioranza delle regioni lo ha fatto, la Sardegna no. L’ordinanza aveva l’obiettivo di scongiurare movide auto organizzate. La questione fu segnalata anche da Massimo Zedda. Il 16 agosto si è deciso di chiudere tutto ma fino ad allora si è ballato in tutta Italia, in Sardegna per soli 4 giorni, ma poi si è parlato solo della nostra Isola e del parere del Comitato tecnico scientifico. La verità è un’altra e riguarda i controlli che dovevano essere più efficaci e non lo sono stati. La responsabilità non è del presidente della Regione ma di altri. I controlli li fanno le forze di polizia, i carabinieri, i vigili: c’è una responsabilità collettiva. Perché non guardate a ciò che sta facendo il Governo. La Sardegna non è stata ascoltata quando chiedeva la chiusura dei porti e degli aeroporti e poi è stata contagiata. L’opposizione è stata complice. Se c’è qualcuno da sfiduciare siete voi”.

A seguire per il Movimento Cinque stelle l’on. Desirè Manca ha ringraziato per la sua presenza il presidente Solinas, “presente per la quattordicesima volta su ottanta sedute. Ci troviamo qua per sfiduciare lei e lo facciamo al di là della destra e della sinistra, perché non ci interessano le posizioni politiche. Noi parliamo di fatti e parliamo della realtà”. L’oratrice ha descritto le condizioni dei reparti degli ospedali di Sassari e delle condizioni nelle quali si trova il personale. Lei non ne ha idea perché dagli operatori sanitari lei non va”.

Il decano dell’Udc, Giorgio Oppi, ha detto: “La mia storia è sempre stata contraria agli attacchi personali e mi chiedo perché l’opposizione abbia presentato una  mozione che sa che sarà respinta. Lo avete fatto per non discutere di altro e per avere altri cinque minuti di pubblicità in tv? Bene, complimenti. Il passaporto che avete contestato non era altro che un controllo degli ingressi in Sardegna. Abbiamo problemi molto più gravi di questa sciocchezza delle dimissioni e mi permetto di dire alle opposizioni che bisogna impegnarsi di più. Per superare la pandemia e per superare la miseria che c’è e soprattutto quella che purtroppo prevedibilmente verrà. Ora dobbiamo pensare alle vaccinazioni e a chi sarà in ginocchio. E a chi c’è già. Altro che perdere tempo con mozioni e giornalisti da strapazzo”.

L’ex presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, a nome del Pd ha illustrato le contestazioni sull’ordinanza di riapertura delle discoteche: “Il Consiglio regionale non ha avuto notizia del parere contrario alla riapertura fornito dal Cts. Ce lo avete taciuto e ora chiediamo chiarezza. Ci sono state pressioni per ottenere la riapertura delle discoteche? Eravate consapevoli o meno di correre il rischio di diffondere nuovi contagi? Noi non abbiamo intenti animati da giustizialismo ma il rapporto di fiducia che è alla base di tutto è cessato. Avremmo preferito parlare di vaccini e di assestamento di bilancio ma non è colpa nostra se il Consiglio non si riunisce da 45 giorni”.

Dai banchi della Lega Dario Giagoni ha detto: “Siamo qui a discutere la fiducia al presidente della Regione sulla base di un servizio giornalistico della tv pubblica, che esiste perché tutti noi paghiamo un canone. E vorrei ricordare che voi siete quelli che hanno ritenuto che il passaporto sanitario avrebbe impedito l’afflusso di turisti. Voi non siete interessati ai sardi e non siete interessati a collaborare per il benessere della nostra terra. Voi siete capaci solo azioni di sciacallaggio e di fare i modelli davanti alle luci delle telecamere. Chiedete le dimissioni di chi si è dato da fare per difendere il suo popolo: è assurdo. E assurdo è leggere i nomi dei firmatari della mozione di sfiducia. Se c’è qualcuno che ha disonorato la nostra isola quelli siete voi dell’opposizione, che preferite farci perdere tempo e fare un teatrino”.  

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Sempre per la maggioranza Franco Mula, capogruppo del Psd’Az, che ha portato la sua solidarietà al presidente Solinas e ha aggiunto: “Avete venduto la Sardegna e avete descritto noi in quei servizi televisivi come quelli che hanno contagiato i turisti. Vi siete fatti trascinare in una polemica che ha fatto danno alla Sardegna e basta, visto che le discoteche erano aperte in tutta Italia. Mica solo da noi. Dovete vergognarvi”.

I Progressisti hanno preso la parola con Francesco Agus, che ha esordito indicando che “sono tanti gli alibi politici a favore del presidente Solinas. Basta accodarsi al più importante dei negazionisti, l’ex presidente Trump. Il tema però è che il presidente ha mentito ai sardi non rivelando l’esistenza di un parere contrario alla riapertura delle discoteche. Quanti controlli sono stati effettuati nelle discoteche in quei giorni su sollecitazione del presidente Solinas?”.

Il presidente Pais ha quindi dato al parola al presidente della Regione Christian Solinas per la replica. In apertura del suo intervento, il presidente ha ricordato un aneddoto su Winston Churchill: «In un confronto acceso con una rappresentante della Camera dei Lord che rivolgendosi al premier disse “Badi che se fossi stata sua moglie avrei messo il veleno nel the delle cinque”, Churchill rispose: “Se lei fosse stata mia moglie io quel the l’avrei certamente bevuto”. Questa mozione merita un atteggiamento analogo – ha detto Solinas – ci sarebbe il tanto di dimettersi dalla politica vista la  strumentalizzazione senza precedenti messa in atto, un modo di agire incurante del gravissimo danno d’immagine arrecato alla Sardegna”.

Consiglio regionale Sardegna, foto Sardegnagol riproduzione riservata 2020
Consiglio regionale Sardegna, foto Sardegnagol riproduzione riservata 2020

Il presidente Solinas ha quindi accusato la minoranza di utilizzare la pandemia per fini politici: “Si cerca di dare una spallata alla mia persona e alla maggioranza. E’ un atteggiamento indecoroso, c’è qualche novello Torquemada che ha cercato di rappresentare la Giunta come una banda di lazzaroni, di mentitori seriali che vogliono ingannare il popolo sardo. Ma come vi permettete, è vergognoso dire che avrei firmato l’ordinanza un’ora prima del parere, è una calunnia. Il vostro atteggiamento strumentale vi ha impedito di guardare a ciò che fa il Governo nazionale che ha secretato i verbali del Cts. In nessuna Regione d’Italia è stata utilizzato lo strumento della mozione di sfiducia contro il presidente”.

Solinas ha quindi affrontato la questione relativa al parere del Comitato scientifico sulla riapertura delle discoteche nel periodo estivo: “Avete parlato di parere inesistente, poi di parere non valido. Ragionamenti che tendono a minare la stabilità della maggioranza. Proviamo a dire che cosa è successo sotto il profilo sanitario: siamo di fronte a una pandemia di portata epocale, nessuno era pronto. Grazie al sacrificio di tutti fino ad oggi la Sardegna continua ad essere la Regione con il minor tasso di diffusione virale. Nessuno può negare le difficoltà del sistema ospedaliero. Qualcuno però evoca le file delle ambulanze e i reparti in sofferenza senza guardare a ciò che succede nel resto del mondo. Non è una cosa che deriva da un parere del Cts. Lo ha chiarito bene il direttore della Prevenzione del Ministero della Salute Giovanni Rezza: non  c’è legame tra l’apertura delle discoteche e la ripresa dei contagi. Lo si può vedere anche dall’andamento della curva epidemiologica. Se proprio dobbiamo dirla tutta, sono stato il più prudente tra tutti i presidenti di regione. Quando abbiamo proposta la chiusura dei porti e degli aeroporti il Governo ha impugnato la nostra ordinanza e i tribunali hanno detto che doveva essere respinta perché non c’era un rischio incombente”. Eppure, secondo Solinas, la chiusura dei porti o, in alternativa, i test d’ingresso ai turisti avrebbero contribuito a confermare per la Sardegna  lo status di isola Covid-free. “Il virus cammina sulle gambe degli uomini, se in Sardegna il virus non c’era come è arrivato? Non sono io a non aver voluto i controlli. Dallo scoppio dell’emergenza abbiamo cercato di lavorare per costruire un sistema ordinato, di dare risposte. Se oggi ci sono circa 500 ricoveri nei reparti Covid e 67 in terapia intensiva significa che i posti ci sono, che c’è stata una programmazione. Certo se l’epidemia continuerà ad andare avanti occorrerà fare altri sacrifici, decidere le priorità, stabilire a chi dare precedenza. State creando un clima che vi chiedo di rivedere e rivalutare finché siamo in tempo. Avvelenare il dibattito politico in questo modo non fa bene”.

Il presidente ha quindi svelato di aver ricevuto pesanti minacce e per questo di essere sotto scorta: “Vi sembra una cosa civile che qualcuno dia l’indirizzo di casa mia in una trasmissione televisiva? Anche in questo ho ricevuto la solidarietà di alcuni e un assordante silenzio da parte di altri. Questo clima di odio non aiuta nessuno, ma credo che chi alimenta questo clima debba essere considerato il mandante morale delle conseguenze a cui potrà portare. Stiamo impegnando il tempo su una discussione surreale mentre ci sono questioni che hanno bisogno di tutta la collaborazione della parte politica. Ho cercato di coinvolgere tutti i gruppi in alcune questioni e anche in quell’occasione non si è approdati a decisioni condivise”.

Solinas ha poi ribadito la bontà dell’azione di contrasto alla pandemia portata avanti dalla sua Giunta: “Abbiamo presentato un piano a 40 giorni dicendo cosa sarebbe successo nel potenziamento dei posti letto e nel trasferimento di reparti per offrire una risposta adeguata. Tutto questo significa avere una pianificazione. Possiamo dire ai sardi in quale verso stiamo lavorando. Voi dite che nulla è sotto controllo, tutto va male: qual è il risultato che si vuole ottenere? L’allarme verso l’esterno rischia di far precipitare la situazione. La pandemia è un problema colossale, c’è bisogno di grande senso di responsabilità, non è questo il momento delle strumentalizzazioni e di forzature. Per la competizione politica ci sarà tempo, ora è necessario che si torni a fare politica. Ho detto che avrei dedicato le mie energie al bene dell’Isola e continuerò a farlo”.

Sulle dimissioni dei componenti del Cts, Solinas è stato categorico: “Sono state motivate per iscritto. Se voi riuscite a dare motivazioni diverse alimentate un dibattito che rispetto alla soluzione dei problemi non offre nessuna prospettiva. Gli scienziati hanno dato un contributo prezioso, questo marasma mediatico ha alimentato una confusione che non obnubila, né oblitera, le cose buone che si sono fatte. Il Comitato è ispirato alla massima velocità, i pareri vengono dati in forma sintetica, in alcuni casi da un componente a nome degli altri. Non c’è nulla di cui meravigliarsi. Il parere del 6 agosto è stato richiamato a novembre per creare una suggestione. Spero che da questa mozione si metta il punto sulle polemiche e si cominci a dire ai sardi cosa fare per migliorare la situazione”.

Consiglio regionale Sardegna, foto Sardegnagol riproduzione riservata 2020
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