Consiglio regionale, la stroncatura dei sindacati sulla “Salva Sardegna”.
L’attuazione delle misure e degli aiuti stabiliti dalla legge “Salva Sardegna”, a sette mesi dalla sua approvazione in Consiglio e a undici dall’accordo sottoscritto con i sindacati dal presidente della Regione per contrastare gli effetti sull’economia e l’occupazione della crisi da Covid, è stata al centro dei lavori della Seconda commissione che ha convocato in audizione i segretari regionali di Cgil, Cils, Uil, Confsal, Cisal e Css.
Durissimo il giudizio espresso dai confederali sull’efficacia delle norme e sui ritardi nell’erogazione delle risorse e dei sostegni: “I risultati della legge 22 – ha dichiarato la segretaria della Cgil, Caterina Cocco – sono mortificanti e l’80% delle risorse stanziate lo scorso luglio non sono arrivate ai lavoratori, mentre in Sardegna il numero dei beneficiari del reddito di cittadinanza ha ormai raggiunto le 115.000 unità. La Regione con la Salva Sardegna ha voluto inserire ‘di tutto’ ma il risultato è stato che tutti sono rimasti senza risposte adeguate alla drammaticità della crisi”.
Parere condiviso dala segretaria Cisl, Federica Tilocca per la quale “non c’è stato alcun salvataggio dell’economia sarda e contiamo solo 659.000 occupati a fronte di 114.000 lavoratori in cassa integrazione, mentre sale a dismisura la cifra dei residui passivi nel bilancio regionale che sono passati dai 462 milioni del 2018 agli oltre 3 miliardi del 2020”.
Ritardi evidenziati anche dal segretario della Uil, Andrea Lai: “La verità è che i tempi di attuazione della legge 22 dimostrano la distanza che corre tra i tempi di azione della Regione e quelli attesi dai lavoratori e dai cittadini per fronteggiare una crisi mai vista. È inutile che la Regione rincorra i fondi quando non è in grado di spendere i denari di cui dispone, ed è anche per tali ragioni che i sindacati preannunciano azioni di mobilitazione e protesta a partire già dal prossimo marzo”.
Una stroncatura che non ha risparmiato la Giunta che per i sindacati “era già inadeguata in tempi di normali difficoltà mentre oggi, in tempi di Covid, appare persino fuori luogo”: giudizio reso ancora più impietoso sulla riflessione dei ritardi con i quali si sta affrontando la sfida del Recovery Fund: “Il mancato confronto con le parti sociali è dannoso quanto la scarsa informazione e le polemiche politiche di questi giorni”.
Più cauti i giudizi espressi dai segretari regionali di Css (Giacomo Meloni), Cisal (Giuseppe Camboni) e Confsal (Elia Pili), che pur riconoscendo i ritardi nell’attuazione delle misure della legge “Salva Sardegna” e il generale ritardo nella spesa hanno rimarcato la gravità della crisi e la straordinarietà degli eventi pandemici.
Un plauso convinto per l’operato dell’assessora del Lavoro, Alessandra Zedda, è arrivato, invece, dal mondo della cooperazione per la presentazione del Disegno di legge n. 103 che si propone di riscrivere le norme che regolano il sistema cooperativistico. I trentanove articoli che superano di fatto l’ormai datata e nota legge 5 del 1957.
Il parlamentino presieduto da Alfonso Marras (Misto) ha anche svolto le audizioni sulle problematiche riguardati i cosiddetti lavoratori in utilizzo, impiegati, nel caso specifico, in Ats. L’assessora del Lavoro, nel corso dei lavori, ha confermato gli stanziamenti della Regione (dieci milioni complessivi, compresi i due milioni aggiunti nella scorsa annualità) e la scadenza dei contratti al 31 dicembre 2021. Sull’ipotesi di stabilizzazione dei 98 lavoratori in utilizzo in Ats, oltre all’assessora, ha mostrato favore anche il direttore amministrativo dell’Azienda della Salute, Emidio Di Virgilio, che ha ricordato la possibilità di una selezione per 95 assunzioni negli uffici amministrativi: “Selezione alla quale dovranno partecipare anche i precari inquadrati in categoria B, già in servizio in Ats”.