Consiglio Europeo, Sassoli: “La somma dei governi nazionali non è l’Europa”

Durante il suo discorso al Consiglio europeo, il Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ha sottolineato la necessità di un piano globale e unitario per rilanciare l’economia europea dopo la pandemia del COVID-19.

“Siamo chiamati a scrivere oggi insieme il vero futuro dell’Europa, a seguito di una pandemia che sta sconvolgendo il pianeta. Dobbiamo dimostrare ai nostri cittadini che l’Unione Europea è la risposta a questa emergenza e alla crisi che ne conseguirà. Vi assicuro che il Parlamento europeo è più che mai in prima linea per garantire la sua funzione e l’esercizio del necessario controllo”.

Sono chiare le idee del Presidente Sassoli sul fronte degli interventi da compiere nel breve termine: “La prima risposta deve chiaramente essere di tipo sanitario, incoraggiando una solidarietà concreta. Sentiamo tutti il bisogno di passare dalla prudenza al coraggio e di mostrare la stessa determinazione di tutti coloro – medici, sanitari, volontari, lavoratori dei servizi essenziali – che sono in prima linea a salvare le vite dei nostri cittadini e a proteggere la nostra società. C’è bisogno di leadership perché la sfida non terminerà con la fine dell’emergenza attuale. Abbiamo già visto sforzi importanti da parte delle istituzioni europee: il pacchetto varato dalla Commissione; la decisione di sospendere il patto di stabilità e di crescita; l’iniziativa importante della Banca Centrale europea di mettere in campo ogni sforzo per sostenere condizioni di finanziamento nell’area euro; lo sforzo importante della Commissione in difesa del mercato interno. Adesso però dobbiamo concentrarci su strumenti nuovi, sapendo che a situazione straordinaria devono corrispondere risposte altrettanto straordinarie. Riteniamo che sia necessario lavorare a un meccanismo comune di debito, emesso da una istituzione europea, che ci consentirà di raccogliere fondi sul mercato alle stesse condizioni per tutti e di finanziare le politiche necessarie per rilanciare l’Unione dopo la pandemia”.

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Unione Europea Dopo la conclusione del Consiglio Europeo, che ha visto gli Stati membri dell’Unione ancora divisi, il Presidente ha rilasciato dichiarazioni amare verso l’atteggiamento dei leader europei: “Ci saremmo aspettati una più forte assunzione di responsabilità dai leader. Ora abbiamo due settimane di tempo per lavorare, sperando che si sciolgano le riserve e vengano date risposte. Ci sono le istituzioni europee che stanno combattendo per difendere i nostri cittadini, le nostre vite e la nostra democrazia- ha continuato Sassoli- nessuno può uscire da solo da questa emergenza. Per questo la miopia e l’egoismo di alcuni governi va contrastata. Voglio essere molto chiaro: I governi nazionali non sono l’Europa”.

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Il delicato momento richiede una maggiore coerenza e coesione per il Presidente del Parlamento europeo: “Abbiamo bisogno che i nostri paesi spendano tutto quello che debbono spendere. Per fare questo serve uno strumento comune per garantire il debito. Deve crescere rapidamente tra i nostri governi la coscienza che l’Europa non uscirà da questa crisi come è entrata. C’è ancora una consapevolezza troppo bassa di questo. Le Istituzioni europee lo hanno capito. E’ ora che lo capiscano anche i governi”.

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