Conservatori e Riformisti europei: “Tutela dei lavoratori italiani in quarantena”.
In una recente interrogazione parlamentare gli eurodeputati italiani del gruppo ECR* hanno chiesto il parere della Commissione europea nel merito della decisione del Governo italiano di sospendere l’indennità di malattia per quarantena da Covid-19. Una presa di posizione che, secondo i firmatari, lede i diritti sociali fondamentali e punisce i lavoratori che diligentemente si pongono in quarantena al fine di evitare contagi sul posto di lavoro.
“Con la circolare numero 2842 del 6 agosto scorso, si legge nel testo del provvedimento – l’Istituto nazionale di previdenza sociale italiano (INPS) ha fatto sapere che l’indennità di malattia per quarantena da contatto Covid-19 non potrà essere erogata per gli eventi relativi 2021, ma solo per tutto il 2020 nel limite delle risorse stanziate. L’INPS proseguono – ha comunicato che il legislatore italiano attualmente non ha previsto, per l’anno 2021, appositi stanziamenti volti alla tutela della quarantena e che, pertanto, salvo eventuali interventi normativi, l’Istituto non potrà procedere a riconoscere la tutela previdenziale per gli eventi riferiti all’anno in corso. Tale situazione – concludono gli eurodeputati di ECR – risulta assolutamente lesiva dei diritti dei lavoratori in quanto, ai fini del trattamento economico, la quarantena è stata equiparata alla malattia, essendo una misura considerata necessaria dall’ECDC – Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie – e dallo stesso Ministero della salute italiano, ai fini del contenimento dei contagi”.
Ieri, sulla questione, è intervenuto il Commissario per l’occupazione, gli affari sociali e l’integrazione, Nicolas Schmit, per il quale “conformemente al trattato sul funzionamento dell’Unione europea, gli Stati membri conservano la facoltà di definire i principi fondamentali del proprio sistema di sicurezza sociale (articolo 153, paragrafo 4, del trattato), tra cui la progettazione e la gestione dei regimi di sostegno alla disoccupazione e al reddito”. In altri termini ogni Stato membro è
libero di definire i dettagli del proprio sistema di protezione sociale, tra cui il tipo di prestazioni fornite e i tempi della relativa erogazione.
“Inoltre il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, un’agenzia decentrata dell’UE, non svolge un ruolo di regolamentazione. Tra i compiti svolti da detto centro – ha ricordato il Commissario – figura la fornitura agli Stati membri dell’UE e alla Commissione di valutazioni aggiornate dei rischi, di orientamenti e di consulenza sulle attività di risposta in materia di sanità pubblica”.
Nel corso del suo intervento Schmit ha poi messo l’accento sulle risorse erogate dall’UE per l’attenuazione dei rischi della disoccupazione: “L’UE ha reso disponibili fondi eccezionali per aiutare gli Stati membri durante la pandemia e l’Italia è stata e continua a essere uno dei principali beneficiari. L’Unione ha messo a disposizione dell’Italia un prestito per
finanziare, tra le altre cose, l’estensione dei regimi esistenti di riduzione dell’orario lavorativo, le indennità per i lavoratori autonomi e a breve termine, l’indennità di congedo parentale e i bonus per servizi di baby-sitting”.
*Vincenzo Sofo, Carlo Fidanza, Raffaele Stancanelli, Sergio Berlato, Raffaele Fitto, Nicola Procaccini.
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