Concessioni demaniali marittime, Thierry Breton: “Norme italiane vigenti violano il diritto dell’UE”.

Lo scorso mese di dicembre gli eurodeputati del Partito Popolare Europeo, Salvatore De Meo, Antonio Tajani, Fulvio Martusciello, Giuseppe Milazzo e Aldo Patriciello erano intervenuti per chiedere alla Commissione europea di rivalutare la sussistenza dei presupposti per l’avvio della procedura di infrazione in materia di concessioni demaniali nel settore marittimo. Concessioni che, per effetto della legge italiana n. 145/2018 – in contrasto con la direttiva Bolkenstein (la 2006/123/CE) secondo la Commissione – sono state estese fino al 31 dicembre 2033.

Alla base della richiesta, gli eurodeputati italiani hanno ricordato alla Commissione che sul piano costituzionale la disciplina dell’uso dei beni del demanio è di competenza legislativa esclusiva dello Stato, evidenziando che “tale legge viene ritenuta in contrasto con la direttiva 2006/123/CE, nonostante la proroga prevista si sia resa necessaria per procedere ad una puntuale riforma del settore e per far fronte alle crescenti spese che gli operatori del settore devono sostenere a causa del maltempo e dell’erosione dei litorali”.

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Oggi, a nome della Commissione europea è intervenuto il Commissario Thierry Breton, evidenziando che nella sentenza del 14 luglio 2016 (C-458/14 e C-67/15) la Corte di giustizia dell’Unione europea aveva confermato che le concessioni balneari in Italia sono autorizzazioni ai sensi della direttiva 2006/123/CE, in quanto comportano un’autorizzazione a esercitare un’attività economica in un’area demaniale: “La Corte ha inoltre stabilito che la proroga automatica delle autorizzazioni esistenti in Italia in assenza di qualsiasi procedura di selezione tra i potenziali candidati è incompatibile con la direttiva 2006/123/CE e con il trattato sul funzionamento dell’Unione europea”.

Norme che per il Commissario Breton, istituiscono un quadro per la parità di trattamento dei prestatori di servizi e la promozione dell’innovazione nel settore: “Trasparenza e concorrenza leale attirerebbero gli investimenti e stimolerebbero l’innovazione sia dei concessionari esistenti che degli operatori nuovi e innovativi”.

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Da qui la considerazione tranchant dell’esponente della Commissione von der Leyen verso la legge 145/2018: “Le norme italiane vigenti non solo violano il diritto dell’UE, ma compromettono anche la certezza del diritto per i servizi turistici balneari. Scoraggiano gli investimenti e ostacolano la modernizzazione di un settore fondamentale per l’economia italiana. La Commissione, in quanto custode dei trattati, continuerà pertanto ad adottare le misure necessarie per garantire il pieno rispetto del diritto dell’UE in questo settore”.

foto europarl.europa.eu