Concessioni balneari e Direttiva Bolkestein, Rossana Conte: “Rischio di aprire la strada a interessi stranieri”. Commissario Breton: “Le concessioni prorogate dalla normativa italiana sono costantemente a rischio di impugnazione”.

Nonostante l’UE, attraverso la Direttiva Bolkestein, abbia deciso di far crescere la competitività in Europa, con l’obiettivo di garantire la libertà economica dei prestatori di servizi europei, il Governo Italiano, nell’ambito delle concessioni balneari, ha optato, invece, per l’adozione di una politica protezionistica, mantenendo posizioni di rendita lungo le zone costiere italiane, sostenendo, così, disposizioni già dichiarate in contrasto con l’ordinamento giuridico dell’UE dalla Corte di Giustizia dell’UE.

Sulla questione l’eurodeputata del gruppo ID, Rosanna Conte, ha denunciato il rischio collegato all’applicazione della Direttiva Bolkestein in Italia per le piccole e medie imprese italiane: “Negli ultimi giorni si è riaperto il dibattito relativo alla direttiva 2006/123/CE – la Bolkestein – e alla conseguente applicazione al settore delle concessioni balneari italiane. Sulla questione – prosegue – è intervenuto il Commissario Gentiloni, ribadendo la posizione dell’UE sui balneari e aggiungendo ulteriore pressione al comparto, già duramente segnato dalla crisi pandemica, con l’obiettivo di applicare la direttiva e riassegnare le concessioni tramite bandi di gara. Tuttavia, una semplice applicazione della direttiva, che non tenga conto di soluzioni a tutela delle imprese, rischia di generare numerose criticità. Il rischio principale – secondo la Conte – è quello di aprire la strada a interessi stranieri, nel nome di una libera concorrenza che danneggerebbe tutti i piccoli e medi imprenditori delle spiagge italiane, già preoccupati per gli investimenti effettuati”.

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Da qui la richiesta alla Commissione per testare la possibilità di introdurre requisiti che possano andare incontro agli attuali concessionari, tenendo conto del know-how gestionale, degli investimenti fatti finora e del valore commerciale delle aziende.

A nome della Commissione von der Leyen, il commissario Thierry Breton ha nuovamente confermato la posizione dell’UE, dichiarando che “la reiterata proroga delle ‘concessioni balneari’ prevista dalle leggi italiane, compromettono gravemente la certezza del diritto, soprattutto in un settore così importante per l’economia italiana. Imponendo un quadro giuridico contrario al diritto dell’UE – ricorda Breton -, le concessioni prorogate dalla normativa italiana sono costantemente a rischio di impugnazione, con la conseguenza che gli attuali concessionari non possono fare affidamento sulla validità dei titoli concessori. Ciò è stato confermato, da ultimo, dal Consiglio di Stato italiano – Sentenza n. 17/2021 del 09/11/2021, Consiglio di Stato (N. 00017/2021REG.PROV.COLL. – N. 00014/2021 REG.RIC.A.P) e n. 18/2021 del 09/11/2021, Consiglio di Stato (N. 00018/2021REG.PROV.COLL. – N. 00013/2021 REG.RIC.A.P) -. L’attuale quadro giuridico italiano, con la proroga automatica e generalizzata delle concessioni demaniali in essere, impedisce inoltre una valutazione caso per caso di ciascuna situazione e la tutela degli investimenti degli attuali concessionari. La direttiva sui servizi – Direttiva 2006/123/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 dicembre 2006 -. riconosce l’interesse dei titolari delle autorizzazioni a vedersi garantiti l’ammortamento degli investimenti e la remunerazione equa dei capitali investiti”.

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“È pertanto della massima importanza che l’Italia proceda quanto prima a una riforma adeguata della propria regolamentazione. Solo questo consentirà a tutti gli operatori in Italia, comprese le numerose piccole e medie imprese del settore, di svolgere le attività e di pianificare gli investimenti senza l’incertezza e i rischi di lunghi contenziosi, garantendo nel contempo la tutela degli interessi dei consumatori e delle autorità pubbliche”, conclude Breton.