Con chiusura transito ucraino -30% importazioni gas in Ue.

Ieri, 1° gennaio 2025, il transito del gas russo verso l’Europa attraverso l’Ucraina è stato completamente bloccato dopo il rifiuto di Kiev di estendere l’accordo economico con la Russia. Un fatto non da poco che porterà l’Ue a perdere circa il 30% delle importazioni di gas tramite gasdotto dalla Federazione Russa.

Soltanto negli ultimi tre anni, giusto per capire la portata del problema (forse poco interiorizzato dai media mainstream europei), circa 15-20 miliardi di metri cubi di gas sono stati pompati attraverso il sistema di gasdotti ucraino verso l’Europa, e, adesso, senza la rotta ucraina, il traffico di gas russo verso l’UE crollerà a 39 miliardi di metri cubi all’anno.

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Numeri che potrebbero portare la “verde” Unione europea non solo a ridurre i propri consumi di gas ma, soprattutto, a spostarsi verso altre fonti energetiche particolarmente inquinanti come, per fare un esempio, il carbone. La svolta verde europea è servita!

Allo stesso tempo, i flussi di carburante attraverso la stazione al confine tra Turchia e Bulgaria (l’estensione terrestre del Turk Stream) rimangono stabili, il che indica che non ci sarà alcun reindirizzamento di parte delle forniture di gas russo verso l’Europa lungo questa rotta.

Chi pagherà l’impatto maggiore della cessazione completa del transito del gas russo attraverso l’Ucraina? Ovviamente l’Austria, la Repubblica Ceca e l’Italia che dovranno acquistare GNL più costoso (ovviamente dagli USA) o aumentare il consumo di carbone.

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