Comunità Armena: “L’Azerbaigian attacca con droni e artiglieria la popolazione”.
Non accennano a esaurirsi le schermaglie tra Armenia e Azerbaigian nel Nagorno Karabakh. Nonostante l’interessamento della missione di pace russa e dell’Ue nell’area, entrambe mirate a normalizzare i rapporti tra i due Paesi, si continua a combattere nel Caucaso.
“È in corso da questa mattina un nuovo attacco delle forze armate dell’Azerbaigian contro la Repubblica armena del Nagorno Karabakh Artsakh. Ancora una volta il regime autocratico di Aliyev sceglie la strada delle bombe invece dei colloqui di pace – fanno sapere dalla Comunità Armena in Italia -. Dopo aver accumulato nei giorni scorsi armi e soldati ai confini del Nagorno Karabakh e dell’Armenia, dopo aver ripetuto fake news riguardo a presunte provocazioni armene, questa mattina l’artiglieria e i droni azeri hanno cominciato a bombardare la capitale Stepanakert e i villaggi limitrofi”.
Operazioni militari che fanno seguito ai quasi 9 mesi di blocco imposto alla popolazione rimasta senza cibo, medicine, carburante e beni di prima necessità. “Le vite di 120 mila persone sono in pericolo e il loro destino dipende dalle nostre azioni. Gli interessi economici non possono calpestare i diritti di ogni essere umano”, concludono dalla Comunità Armena.
Dichiarazioni contro l’azione di Baku sono arrivate anche dall’Ambasciatore della Repubblica d’Armeni in Italia, Tsovinar Hambardzumyan: “Questa aggressione non provocata nel Nagorno-Karabakh puo’ essere descritta solo come atrocità di massa. L’Azerbaijan sta ignorando completamente tutti gli sforzi precedenti per stabilizzare la situazione e i relativi appelli internazionali. Mentre la comunita’ internazionale chiede all’Azerbajan l’immediata apertura del corridoio di Lachin e propone un meccanismo di dialogo tra Stepanakert e Baku, quest’ultimo inizia un attacco di aggressione contro la popolazione”.
“Pochi giorni fa, ricorda ancora il diplomatico armeno, il Primo Ministro Armeno Nikol Pashinyan ha dichiarato apertamente che l’Azerbaijan sta schierando le forze armate sul confine con l’Armenia e intorno al Nagorno-Karabakh, ma questo messaggio di allarme è caduto nel vuoto”.
Di terrorismo armeno, invece, ha parlato il Ministero degli Affari Esteri dell’Azerbaigian: “Oggi un veicolo è esploso su una mina anticarro piantata nella regione di Khojavand da un gruppo di sabotaggio delle forze armate armene situato nei territori di dispiegamento temporaneo del contingente di mantenimento della pace russo in Azerbaigian. In seguito a questa provocazione sono rimasti uccisi 2 civili. Ancora, 4 membri del personale del Ministero degli Affari Interni inviati nell’area del suddetto atto terroristico sono rimasti uccisi nell’esplosione di una mina terrestre su un nuovo tunnel stradale nel villaggio di Taghaverd, nella regione di Khojavand.
Attacchi per il dicastero azero che dimostrano “ancora una volta l’obiettivo di intensificare le tensioni militari nella regione”.
Un rimpallo di responsabilità, in altre parole, sul quale è intervenuto l’Alto rappresentante dell’Ue, Josep Borrell: “L’Unione europea condanna l’escalation militare lungo la linea di contatto e in altre località del Karabakh e la perdita di vite umane. Chiediamo la cessazione immediata delle ostilità e che l’Azerbaigian interrompa le attuali attività militari. È urgente riprendere il dialogo tra gli armeni di Baku e del Karabakh. Questa escalation militare non deve essere usata come pretesto per forzare l’esodo della popolazione locale”.
foto Maxim atayants, commons wikipedia